VENEZIA (ITALPRESS) – “Francamente non ho la più pallida idea di che cosa farò, ogni giorno mi assegnano da qualche parte. L’ultima è alla presidenza del Coni…”. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha risposto così in una intervista sul quotidiano La Ragione alla domanda sul suo futuro politico in occasione del quarto appuntamento della rassegna letteraria “Autori in Costa”. Parlando del suo libro “Fai presto, vai piano” – edito da Marsilio e presentato in Costa Smeralda – il confronto soprattutto sui giovani, sulla generazione dei nativi digitali. “I ragazzi, come sottolineo sin dal titolo che era la raccomandazione di mia madre, devono capire di dover vivere fino in fondo la vita, cogliere le loro opportunità, non arrendersi alla narrazione nostalgica e pessimista che tanti adulti riservano loro”. sull’autonomia differenziata, la sfida della sua vita politica. “Mi amareggia – ha detto – l’insistere sul ‘spacca Italià, perchè è una colossale fregatura proprio nei confronti dei cittadini del meridione d’Italia. Sono loro le prime vittime di una mala gestione e di una cattiva interpretazione del centralismo, che peraltro tradisce gli stessi principi costituzionali. Anche con la riforma voluta dalla sinistra del Titolo V nel 2001. Non si spacca proprio niente, si invita ad un’assunzione di responsabilità, perchè non si spartiscano povertà e disservizio, ma efficienza e ricchezza”.
“Prendete la sanità, in buona parte regionalizzata proprio per effetto del Titolo V: si sostiene che le regioni del Nord guadagnino con il'”turismo sanitariò dei cittadini del Sud. Accogliamo migliaia di nostri concittadini per interventi di estrema gravità e dagli alti costi e di sicuro non ci guadagniamo nulla. In Veneto, vige il principio che tutti verranno curati indipendentemente dalla propria origine, provenienza, per tacere di etnia o altro”.
“Sui diritti -prosegue Zaia – ho invocato recentemente una ‘no fly zonè, perchè non si può andare avanti con questo rinfacciarsi le rispettive ideologie. Si pensi al fine vita”. Sulla questione della cittadinanza, il presidente della Regione Veneto rincara la dose: “Anche qui è tutto un confronto per partito preso, mai qualcuno che si chieda – come io chiedo – cosa fare della doppia cittadinanza. Ci sono Paesi come la Germania che la escludono, possiamo almeno parlarne? Anche per aiutare a comprendere che valore diamo alla cittadinanza italiana. Quanto allo Ius soli non lo applica più nessuno, tranne gli Stati Uniti d’America e sono personalmente contrario”.
Sulla polemica legata allo Ius scholae: “Adesso è tutto un gran parlare di proposte da sinistra, ma osservando più da vicino quella che avrebbe maggior forza e considerata la legge attuale, la differenza sarebbe nell’ordine di due o tre anni al massimo… Piuttosto quando un ragazzo nato in Italia e dopo aver frequentato le nostre scuole arriva al momento della concessione della cittadinanza sarebbe il caso di non impiegarci quattro o cinque anni”.
Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).