YATES DOMA GRAN SASSO, MALE FROOME E ARU

Simon Yates fa sul serio. Sul Gran Sasso d’Italia, 19 anni dopo la splendida impresa di Marco Pantani, la maglia rosa va a prendersi una delle vittorie più importanti della carriera. Niente gesti da gentleman stavolta, con una progressione irresistibile nei metri finali davanti alla quale anche Thibaut Pinot ed Esteban Chaves, il compagno di squadra a cui aveva lasciato il successo di tappa sull’Etna, devono arrendersi. Domenico Pozzovivo riesce a rimanere in scia, Tom Dumoulin limita i danni mentre dietro vanno in crisi Froome e Aru, che ci rimettono oltre un minuto. Il terzo arrivo in salita del Giro non delude le attese, con i tre chilometri finali (225 quelli percorsi in totale dalla partenza di Pesco Sannita) che vedono Yates dare un segnale forte a tutta la concorrenza. “Non mi sono mai nascosto, sono venuto qui per provare a vincere. E ogni giorno va sempre meglio”, il messaggio che arriva dal 25enne corridore della Mitchelton-Scott all’arrivo di Campo Imperatore, dove si mette addosso anche la maglia azzurra. La frazione si accende già al primo chilometro con 14 corridori che danno vita alla fuga di giornata. Fra i battistrada anche Gianluca Brambilla della Trek-Segafredo, che a un certo punto diventa anche maglia rosa virtuale visto che cancella i 6’40” di ritardo su Yates. A dirla tutta, il vantaggio dei fuggitivi sfonda anche il muro degli 8 minuti, poi in testa al gruppo si comincia ad accelerare – l’Astana si dà un gran da fare – e chilometro dopo chilometro il gap va riducendosi.

Si muove qualcosa anche davanti, con Fausto Masnada che va a caccia di gloria e stacca i compagni d’avventura ma il sogno del corridore dell’Androni-Giocattoli (“ce l’ho messa tutta ma nel finale non c’è stata più collaborazione”) termina a poco meno di tre chilometri dall’arrivo, risucchiato dal gruppo della maglia rosa. E qui comincia un’altra tappa. Il primo a perdere terreno dai migliori è Fabio Aru, poi si stacca anche Chris Froome mentre Giulio Ciccone con un paio di strappi sgretola ulteriormente il gruppo. Pinot risponde presente, poi nell’ultimo chilometro sale in cattedra Pozzovivo che cerca l’allungo vincente. Ma Yates, fino a quel punto quasi spettatore silente, decide che è il momento di mettere in chiaro le sue ambizioni e la sua pedalata stronca la concorrenza. Per la maglia rosa anche l’abbuono che gli permette di consolidare il primato col compagno di squadra Esteban Chaves ora primo rivale a 32″ mentre Dumoulin è terzo a 38″. Sotto il minuto restano Pinot (45″) e Pozzovivo (57″) mentre diventa dura per Froome e Aru: il primo è ora a 2’27” da Yates, è messo peggio il sardo, staccato di 2’36” e a differenza dell’anglo-keniano destinato a perdere altro terreno a cronometro. “Non è andata benissimo, è stata una giornata negativa per me, le gambe non giravano bene – ha raccontato Aru – Domani riposiamo e ci sono ancora due settimane”. Yates, che indica in Pozzovivo il rivale più pericoloso fin qui, non si fida troppo delle difficoltà altrui (“Ci sono altre tappe dure da qui alla fine”) e preferisce godersi il momento: “se me l’avessero detto a inizio Giro non ci avrei creduto ma è qui che voglio essere”. Domani seconda giornata di riposo, si ricomincia martedì con la tappa più lunga del Giro (239 chilometri fra Penne e Gualdo Tadino) attraverso l’Appenino e tre GPM con la prima salita lunga quasi 20 chilometri.
(ITALPRESS).

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