“Ricuciamo insieme il Paese”, a partire dalla pace, dalla giustizia sociale e dall’impegno di milioni cittadini che ogni giorno operano silenziosamente nelle comunità. Padova è Capitale Europea del Volontariato. Ed è la prima volta che questo ruolo prestigioso – toccato in passato a metropoli come Londra e Barcellona – viene assegnato a una realtà italiana. Non a caso alla cerimonia di apertura, in Fiera, è arrivato, tra migliaia di volontari provenienti da tutta Italia, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Un prestigioso riconoscimento alla città – ha detto – alla sua cultura di solidarietà, alla storia di donne e uomini che hanno lasciato tracce preziose e aperto strade su cui altri hanno potuto poi camminare”. Questa, ha detto Mattarella, “è una responsabilità, un impegno che Padova assume affinché questi mesi non si limitino alla pur legittima celebrazione di tante positive esperienze, ma rappresentino un avanzamento per l’intero Paese, una stagione di crescita collettiva”.
Mattarella ha definito il volontariato “un patrimonio generato dalla comunità, che si riverbera sulla qualità delle nostre vite, a partire da quanti si trovano in condizioni di bisogno, o faticano a superare ostacoli che si frappongono all’esercizio dei loro diritti”. E ha ricordato Silvia Romano, rapita in Kenia, ha detto Mattarella “mentre svolgeva la sua opera generosa di solidarietà e di pace”.
A fare gli onori di casa c’erano il sindaco, Sergio Giordani, e il presidente della Regione, Luca Zaia, che hanno testimoniato con cifre e nomi quanti proprio da Padova e dal Veneto hanno fatto la storia del volontariato in Italia, a partire da Don Giovanni Nervo e Don Giuseppe Pasini, che ci hanno donato la Caritas.
Padova raccoglie il testimone dalla slovacca Kosice, capitale lo scorso anno. E non è un caso. Il ruolo certifica la solidità del terzo settore nel Nordest e in particolare nella provincia di Padova, dove si contano circa 6500 associazioni capaci di mobilitare oltre 12 milioni di euro solo nel 2019 per attività che vanno dal welfare alla protezione ambientale, dallo sport al sociale. E solo il 22 per cento di questi fondi, erano contributi pubblici. “Vogliamo impegnarci a ricucire il Paese – ha sottolineato Emanuele Alecci, presidente provinciale del Centro Servizi Volontariato e responsabile del Comitato Padova Capitale Europea del Volontariato – Una cucitura che contamini l’Europa in un momento in cui essa è messa in discussione e perde un pezzo fondamentale. Molti muri sono caduti e siamo impegnati perché non se ne formino di nuovi. Crediamo che la ricucitura possa partire dalla pace, dalla giustizia, sociale e dall’impegno di milioni di cittadini che ogni giorno operano silenziosamente nelle nostre comunità”.
Per Stefano Tabò, presidente nazionale CSV net, si tratta di assumere prospettive utili a uscire dalla duratura crisi socio – economica, indotta da un modello di società capace di estrarre valore dalle cose e dalla persone e non di rigenerarlo attraverso gratuità, dono, relazione, cultura e bellezza”.
Gabriella Civico, direttore del Centro Europeo del Volontariato, ha ricordato come “i governi da soli non possono creare una società dove il rispetto dei Diritti Umani, l’Uguaglianza e la Dignità per tutti siano riconosciuti e rispettati. Il bando per divenire capitale europea del volontariato dimostra che una buona e sana relazione tra le autorità pubbliche e le organizzazioni della società civile è una condizione necessaria per un volontariato di buona qualità” Nel corso della cerimonia si sono alternate storie, immagini e musica, con Lella Costa e Riccardo Bonacina a condurre, insieme a tanti personaggi del mondo dello spettacolo e del no profit, come Lorenzo Baglioni, Luca Bassanese, Tiziana di Masi e Andrea Pennacchi. Emozionante l’esecuzione dell’inno d’Italia e di quello europeo con l’orchestra giovanile “I polli(ci)ni” con il coro Tre Pini.
Fino a domenica a Padova si alterneranno dibattiti, confronti e contaminazioni tra il mondo del no profit. Il tutto costellato di tanti appuntamenti culturali e di spettacoli. Una sorta di grande show in uno spaccato del nostro Paese meravigliosamente reale.