Vincenzi “Atto di violenza contro una donna è un atto contro l’umanità”

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio regionale del Lazio ha ospitato, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un convegno ricco di interventi tecnici e politici. “Un atto di violenza contro una donna è un atto contro l’umanità”, ha detto il presidente del Consiglio regionale Marco Vincenzi in apertura, dopo aver ringraziato gli intervenuti assicurando l’impegno della Regione nello sforzo di contrastare ogni fenomeno di violenza contro le donne.
I lavori sono stati aperti dal saluto in video della ministra per le pari opportunità Elena Bonetti, secondo la quale le istituzioni hanno il compito di tradurre queste ricorrenze in politiche concrete. Per questo però servono fondi e il governo ha pensato infatti a rendere permanenti gli stanziamenti previsti a questo scopo, ha aggiunto la ministra.
Quindi il segretario generale del Consiglio regionale Cinzia Felci, in qualità di moderatore, ha dato la parola alla consigliera regionale Michela Di Biase, che ha ricordato l’origine di questa giornata, istituita dall’Onu nel 1999.
“Dopo 22 anni la strada è purtroppo ancora lunga”, ha detto la consigliera, nonostante le politiche mirate a contrastare il fenomeno. La maggior parte di queste violenze avviene in ambito familiare, ha aggiunto la consigliera, la cosiddetta “violenza assistita” in danno anche dei minori.
Il presidente della prima sezione penale della Corte di appello di Roma Tommaso Picazio è intervenuto poi sugli aspetti dell’attività giudiziaria tesa a contrastare il fenomeno, parlando della legge 69 del 2019, cosiddetto Codice rosso, strumento legislativo che pecca a suo avviso di vaghezza, non consentendo di graduare l’intervento al giudicante. Perplesso sulla possibilità che questo fenomeno possa superarsi per via esclusivamente giudiziaria si è detto comunque Picazio, che vede prevalente l’aspetto culturale del problema.
Il prefetto vicario di Roma Raffaella Moscarella ha elencato poi una serie di dati per rendere l’idea della dimensione del fenomeno, sottolineando come la dimensione familiare sia troppo spesso il teatro delle violenze, con la conseguenza che i minori che assistono hanno probabilità più alte di essere a loro volta violenti.
I lavori sono proseguiti con una articolazione in tavoli: il primo, dal titolo “Il contrasto al fenomeno”, era dedicato agli aspetti giudiziari e repressivi del problema e vedeva la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Tivoli Francesco Menditto, del procuratore della Repubblica vicario presso il tribunale di Roma Lucia Lotti, del sostituto procuratore generale, segreterio generale della procura di Roma Emma D’Ortona, del comandante della legione Carabinieri Lazio Antonio De Vita.
La fase giudiziaria, ha detto Menditto, rappresenta l’ultimo anello della catena, quello a cui si arriva nei casi estremi. Lucia Lotti ha esposto i dati dell’attività della procura di Roma, sottolineando il valore della specializzazione del personale degli uffici giudiziari nel lavoro di contrasto al fenomeno. D’Ortona ha ricordato il protocollo con la Regione del 2018: i protocolli sono importanti per la collaborazione interistituzionale, ma il concetto di rete è molto più vasto, ha detto. Il comandante De Vita ha spiegato come l’Arma abbia una sezione specifica, denominata “atti persecutori”, che supporta le attività investigative, da un lato, ma collabora anche con istituzioni di studio e ricerca, dall’altro. La legge sul “codice rosso”, a suo avviso, funziona.
Il secondo tavolo tematico, dal tema “Il sostegno e la tutela”, era dedicato alle associazioni, presenti Oria Gargano di Be free, nata per contrastare i fenomeni di tratta e violenza, Laura Terracciano dell’associazione Telefono Rosa e il presidente dell’ordine degli avvocati di Roma, Antonino Galletti.
Anzitutto, Gargano si è chiesta il perchè del fatto che molte donne tacciano sulla violenza subita, anche coi più stretti contatti della loro vita. I condizionamenti di ogni tipo sono ancora troppi a suo avviso, questa la risposta. Terracciano ha ricordato il lavoro con gli studenti fatto in questi anni da Telefono Rosa e ha riconosciuto che il rapporto con le forze dell’ordine in questi anni è migliorato molto. Galletti ha sottolineato l’importanza della formazione e il fatto che il ruolo degli avvocati rileva anche e soprattutto al di fuori della sede del dibattimento.
Nel suo saluto finale, il vicepresidente della Regione Daniele Leodori ha constatato “una presa di coscienza del problema specie negli ultimi vent’anni e ha ricordato le numerose iniziative della Regione in questo campo, ultimo, pochi giorni fa, il rifinanziamento del fondo per il contrasto alla violenza. Tuttavia molto ancora c’è da fare in questo campo, ha riconosciuto, con una punta di pessimismo nel rilevare che probabilmente il fenomeno non verrà mai eliminato del tutto. ‘Protocolli dinamici e non staticì, sulla falsariga di quello con la procura di Tivoli, che ha una storica esperienza in questo campo, sono necessari”, secondo Leodori.
(ITALPRESS).

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