“È una scienza dell’oggi e non del domani”.
Così Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, ha introdotto il convegno “La Farmacogenomica nella Medicina di precisione – Il progetto europeo ‘Ubiquitous Pharmacogenomics'”, tenutosi oggi presso l’aula Fleming della Facoltà di Medicina. L’evento, co-organizzato dalla “The Golden Felix Foundation” con il patrocinio morale della Società Italiana di Genetica Umana, ha coinvolto molti studenti internazionali per discutere di una nuovo approccio nella cultura del farmaco, che sappia tener conto delle differenze personali, limitando perciò gli effetti collaterali e aumentando l’efficacia dei trattamenti. «Ognuno di noi – ha spiegato Novelli all’Italpress – quando assume un farmaco, a priori, non sa se gli farà bene, male o se non avrà nessun effetto. Oggi abbiamo una risposta a tutto ciò: possiamo addirittura analizzare il Dna di alcune persone, poiché ognuno di noi è diverso, e potendo decidere se assumere quel farmaco. Questo è importante, dal punto di vista dell’efficacia, perché ci mette nelle condizioni di farlo funzionare sulle persone giuste, al momento giusto e nella dose giusta».
Novelli, che dopo i saluti ha ceduto la parola all’intervento di Paola Borgiani, Professoressa di Genetica Medica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ha sottolineato l’importanza di avere molti giovani partecipanti all’evento: «Abbiamo voluto allargare il discorso agli studenti perché pensiamo che è dai giovani che debba partire questa cultura dell’assunzione del farmaco, che è diversa da quella a cui eravamo abituati noi su base esclusivamente statistica». La giornata di formazione è poi proseguita con gli interventi di Emilio Di Maria, Professore di Genetica Medica dell’Università di Genova e coordinatore del gruppo di lavoro di Farmacogenetica della Società Italiana di Genetica Umana, e di Erika Cecchin, dirigente Farmacista dell’Unità Operativa di Farmacologia Sperimentale e Clinica, IRCCS Aviano. Al convegno ha preso parte anche Walter Ricciardi, medico, accademico ed ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha evidenziato l’importanza di eventi e dibattiti che possano accelerare l’evoluzione della farmacogenomica.
“È un’iniziativa davvero importante. Da un certo punto di vista, siamo all’inizio del percorso, però, allo stesso tempo, è un’inizio preparato bene proprio da Università come Tor Vergata, La Cattolica, o altre strutture che nel corso di questi anni hanno lavorato molto per arrivare a questo punto. Ciò ci può consentire una rapida accelerazione, sia nel formare le persone sia nel dare ai cittadini i risultati di quest’attività di ricerca. È molto importante allargare la platea di operatori, facendo in modo che quest’alfabetizzazione raggiunga tutti gli estremi del Paese», ha detto Ricciardi, rimarcando come il percorso italiano debba essere costruito nel perimetro europeo. Antonio Messina – Managing Director di Merck Serono spa e autore dell’intervento «Pharma 4.0, il ruolo dei biomarcatori nell’innovazione» – ha invece osservato l’importanza di abbinare la farmacogenomica alle continue opportunità tecnologiche.
“Tutto si collega alla nuova rivoluzione industriale 4.0: la farmacogenomica è uno dei tanti elementi che possono aiutare a raggiungere un miglior livello di risultato, con cure più efficaci e meno effetti collaterali per i pazienti. Per farlo è necessaria un’alleanza a tutti i livelli, il nostro primo alleato è l’accademia con cui abbiamo intensificato tutti i programmi di ricerca. È una bella opportunità per i ragazzi, ma è una sfida che passa velocemente e dobbiamo stare attenti a non perderla».