Vestizione del chirurgo: i rischi del passato e il protocollo moderno

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Affrontare un intervento chirurgico, per un professionista, significa utilizzare lo strumento più importante che abbia: le mani. Nei secoli passati, le infezioni erano all’ordine del giorno e ad oggi l’estrema attenzione a pulizia e sterilizzazione va di pari passo con le nuove frontiere della medicina. Ormai, i guanti chirurgici sono gli alleati più importanti per il medico, perché lo supportano per l’intera durata dell’operazione, proteggendo lui e il paziente stesso.

Sterilizzazione e pulizia grazie ai guanti

I guanti sterili sono una certezza ai giorni nostri. Strumento fondamentale anche per il dentista, i guanti comunicano che ci si trova sul serio in mani sicure, dal punto di vista igienico e quindi della salute.

I migliori utilizzati dai professionisti sono quelli che offrono una protezione assoluta sia al medico che al paziente, tuttavia risultano estremamente comodi e lasciano inalterata la sensibilità al tatto, addirittura qualora se ne indossino due paia uno sull’altro. Dovendo impugnare strumenti di precisione, infatti, la perfetta vestibilità supporta le prestazioni dell’équipe chirurgica. E vestibilità e comfort garantiscono l’accuratezza a ogni tocco; ma i guanti devono anche rimanere comodi a lungo, al fine di essere d’aiuto al chirurgo anche per interventi lunghi e impegnativi.

In fase di realizzazione dei guanti chirurgici si pone particolare attenzione a conferire  proprietà di qualità elevata, come il sistema di rilevamento delle eventuali forature. Sono perciò sottoposti a controlli severissimi (come l’insufflaggio e le ispezioni visive in ogni singola fase), così da accertarne la resistenza, la durata nel tempo anche per operazioni di svariate ore e persino l’ecosostenibilità dei materiali e delle lavorazioni. Certificazioni come la ISO 14001 sono fondamentali per garantire prodotti ad alta efficienza, realizzati in lattice sintetico o gomma naturale, con un occhio attento persino al packaging in cui spesso si usano inchiostri a base acquosa.

Chirurghi allo sbaraglio (nei secoli scorsi)

La storia dei guanti chirurgici inizia con i processi di vulcanizzazione della gomma scoperti nientemeno che da Charles Goodyear, che ha ispirato anche la produzione degli pneumatici.

Per vedere un chirurgo indossare il camice, il copricapo e la mascherina bisognerà arrivare alla fine dell’Ottocento: in tempi precedenti, le infezioni derivavano proprio dalla mancanza di igiene e di strumenti indispensabili per evitare che gli agenti patogeni entrassero in sala operatoria.

Basti pensare che nella prima metà dell’Ottocento i medici potevano fare un’autopsia e poi assistere le donne in travaglio senza protezioni o lavaggi tra una cosa e l’altra: la febbre puerperale di cui molte neomadri morivano era senz’altro dovuta a questa pratica che oggi fa solo rabbrividire.

La vestizione del chirurgo: un rituale scientifico

Oggi, la vestizione di un chirurgo è un rituale dettato da regole ben precise stabilite dall’OMS. Si parte da una zona che funge da vero e proprio filtro; in questa stanza, il chirurgo e gli assistenti si liberano di tutto ciò che può contaminare o creare disturbo, dagli anelli agli orologi. Si indossa quindi la divisa tipica, formata da:

  • Pantaloni in tessuto non tessuto, rigorosamente corti sulle caviglie per non arrivare a terra.
  • Copricapo che tiene i capelli in ordine e lontani dal paziente.
  • Mascherina chirurgica.
  • Calzature specifiche per la sala operatoria.

Si tratta quasi esclusivamente di elementi monouso, anche se alcuni saranno sottoposti a sterilizzazione e impiegati di nuovo. Il cosiddetto lavaggio sociale delle mani, invece, va effettuato sia prima che dopo questa prima fase e consiste in un semplice passaggio sotto all’acqua corrente con del sapone, per non meno di 40 secondi; il chirurgo avrà cura di strofinare bene persino i punti fra le dita e sotto le unghie.

Il lavaggio chirurgico avviene nella sala successiva, che può essere quella operatoria o una immediatamente adiacente: il chirurgo e i collaboratori dovranno lavare mani e avambracci sempre sotto acqua corrente, ma con l’aggiunta di una soluzione antimicrobica che elimina la totalità degli agenti esterni. Prima occorre insaponare l’intero avambraccio, a partire dai polpastrelli, quindi si può passare al risciacquo,

Saranno alcuni assistenti che aiuteranno il professionista a indossare il camice sterile e, infine, i famosi guanti. Questa procedura viene ripetuta a ogni operazione e consente di non lasciar migrare virus e batteri dal chirurgo ai pazienti e viceversa, rendendo impeccabile l’aspetto igienico e minimizzando in maniera drastica qualunque rischio di infezione.