ROMA (ITALPRESS) – In Venezuela, la comunità italiana ha una lunga storia e continua a dare un significativo contributo nonostante le gravi condizioni economiche e sociali. Vi risiedono 120 mila italiani con il nostro passaporto, ma a questi ne vanno aggiunti molti altri. Infatti, si stima che i discendenti dell’emigrazione italica assommino a più di mezzo milione di persone. Tra costoro, ci saranno ancora altri che hanno ottenuto la doppia nazionalità con passaporto venezuelano ma anche italiano. Noi siamo tra i pochi nel mondo che abbiamo adottato questa modalità per mantenere un legame forte con milioni di nostri connazionali in diaspora nelle varie regioni del mondo per trovare lavoro, benessere, occasioni di stabilità economica per le proprie famiglie. Dunque, in Venezuela come in tanti paesi sud e nord americani, in Australia, nell’Europa stessa, in tanti possiedono lo status di cittadini italiani ed esercitano anche il diritto di voto presso i nostri consolati ed ambasciate dislocate qui e là nel mondo.
Dunque è singolare che la condizione della sicurezza e dello stato di grave disagio in cui vivono i nostri connazionali non venga vissuta con apprensione e le forze politiche tutte non abbiano nulla da dire su ciò che in quel disgraziato paese avviene. Il sommovimento popolare per difendere la legalità del voto compromesso dal Presidente Maduro viene represso dallo stesso per imporre attraverso la evidente distorsione del potere statale per rimanere alla presidenza, pur avendo ottenuto meno voti del suo avversario Edmundo Gonzales. E in questa situazione si sta mettendo in mostra la vera natura di regime autoritario e fraudolento presieduto da Maduro. Ormai si arrestano migliaia di persone che chiedono legalità, si rapiscono persino deputati, si minacciano giornalmente i capi dell’opposizione. Insomma, molti italiani sono in grave pericolo ma poche voci si levano dal dibattito politico italiano.
È singolare in un paese dove le minuzie assurgono ad importanza elevata, una vicenda così vicina a noi non merita prese di posizione, richieste di garanzia, premura almeno per gli italiani. Si sa, molti connazionali hanno dato vita nel tempo ad attività di terziario e industriali. I loro sacrifici stanno evaporando a causa di un paese che da tempo ha rovinato l’economia per l’imposizione ideologica delle nazionalizzazioni, della rimozione dei criteri della concorrenza, della distribuzione dei denari dei contribuenti per l’assistenzialismo fine a se stesso. Ebbene, come accadde in Libia con l’avvento di Gheddafi, chi vuole andare via dal Venezuela per tornare in Italia lo potrà fare, ma senza i loro averi. Dunque un paese senza stato di diritto, liberticida meriterebbe una forte pressione dell’Italia a difesa dei propri cittadini e della legalità italiana. Ma non lo si fa, perché alcuni partiti hanno considerato nel recente passato il “chavismo” il sole dell’avvenire in Sud America.
Ma non è mai troppo tardi per schierarsi a fianco di un popolo che chiede libertà. Non farlo corrisponderebbe a pagarne le conseguenze. A forza di fare di una pagliuzza una trave, e di una trave una pagliuzza a seconda della propria convenienza, persino i propri seguaci non ci capiranno più niente di quello che succede. Tant’è che il fenomeno è già ben avanzato, e si vede.
– foto: Ipa Agency –
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