VALVERDE BIS ALLA VUELTA, MOLARD RESTA LEADER

A 38 anni suonati, Alejandro Valverde non la smette più di stupire. Il campione murciano della Movistar mette a segno di potenza la sua doppietta sulle strade della 73esima Vuelta a Espana: dopo il successo nella seconda tappa con approdo a Caminito del Rey, fa sua anche l’ottava frazione, la Linares-Almaden di 195,1 chilometri, spegnendo l’urlo del pluri-iridato Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), uscito troppo presto allo scoperto, e relegando al terzo gradino del podio l’olandese Sanny Van Poppel (Lotto NL-Jumbo). Quinto e migliore degli italiani Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo), con Fabio Aru (Uae Emirates) che regge senza troppi sforzi e Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) che, senza responsabilità di classifica e in gruppo solo per preparare al meglio il Mondiale di Innsbruck, perde altro terreno. La giornata è stata caratterizzata dalla fuga da lontano di tre battistrada, Tiago Machado (Katusha-Alpecin), Jorge Cubero (Burgos-BH) e Hector Saez (Euskadi-Murias), capaci di raggiungere un vantaggio massimo di oltre 12′ ma agguantati dal plotone poco prima dell’insidioso finale. In maglia rossa di leader della classifica generale resta il francese Rudy Molard (Groupama-Fdj), ma Valverde, saldamente in maglia verde in qualità di leader della graduatoria a punti, rosicchia altri 10″ ed è ora secondo a 37″ dal transalpino. “Ho 38 anni ma non me li sento come forma fisica e mentale – spiega soddisfatto Valverde a fine gara – Oggi non era nei piani andare all’attacco ma le gambe hanno risposto bene e la squadra è stata fantastica”. Il fuoriclasse iberico sigla così la sua 121esima affermazione in carriera, l’11esima alla Vuelta, la 13esima di questa stagione che l’ha visto sempre pedalare con i migliori. Non c’è dubbio che per la classifica quello di Valverde resta un nome spendibile, così come quello di Aru, 13esimo ma a soli 1’28” da Molard. Il quale già domani potrebbe lasciare ad altri la sua casacca ‘roja’, magari al suo compagno di squadra e connazionale Thibaut Pinot, che resta nonostante tutto il suo capitano. Domani sarà una domenica in alta quota, grazie ad una nona tappa, la Talavera de la Reina-La Covatilla di 200,8 chilometri, che non lesina terreno duro e un arrivo in salita, a quota duemila metri, che potrebbe risultare indigesto a qualche big e un trampolino di lancio per quegli scalatori, come Aru e Quintana, che non hanno avuto ancora l’occasione di lasciare un segno indelebile.
(ITALPRESS).

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