ROMA (ITALPRESS) – “Dobbiamo lanciare un segnale chiaro affinché tutti usino un linguaggio appropriato, perché nelle scuole si insegni la cultura del rispetto, la cultura della non violenza, dell’amicizia, del sorriso”. Lo afferma il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un’intervista rilasciata al direttore del Gruppo Corriere, Sergio Casagrande, che verrà pubblicata domani mattina in prima pagina sui quotidiani Corriere dell’Umbria, Corriere di Arezzo e Corriere di Siena. Nell’intervista il ministro entra anche nel dettaglio della sperimentazione di campus che verranno creati per gli studenti delle scuole superiori per i quali il ministero ha già stanziato 100 milioni di euro. Uno di questi campus – annuncia Valditara – sorgerà in Umbria e “metterà insieme l’istruzione tecnico-professionale, la formazione professionale, le aziende, le università ed eventualmente anche i licei”. “L’obiettivo – spiega al Corriere dell’Umbria – è di creare un dialogo fra privato e pubblico e fra le varie filiere formative che possano utilizzare le distinte esperienze, i laboratori, la didattica con un fattore comune alla base, quello delle competenze e delle esperienze dell’impresa, dell’università, degli Its, dell’istituzione tecnica, dell’istruzione e della formazione professionale”. Nell’intervista il ministro affronta anche il tema delle elezioni regionali in Umbria e risponde ad altre domande sull’insegnamento e sulla formazione. Parlando dei provvedimenti intrapresi per evitare episodi di bullismo nelle scuole, danneggiamenti e casi di violenza, Valditara osserva che “se c’è chi aggredisce o offende un docente, o se c’è chi aggredisce un compagno, deve entrare in gioco il principio della responsabilità individuale”. “Mi dispiace – afferma Valditara nell’intervista – che ci sia una certa sinistra, insieme alla Cgil, che considera questa posizione autoritaria, liberticida, addirittura come una forma di militarizzazione della scuola: è invece importante sottolineare, anche nel mondo della scuola, che chi sbaglia deve pagare e chi rompe, distruggendo per esempio beni pubblici, deve pagare. Significa dare valore alla responsabilità individuale”.
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