ROMA (ITALPRESS) – “In Italia la curva dei contagi sta crescendo anche se più limitata rispetto alle settimane precedenti”. Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore della sanità nella consueta conferenza stampa sul monitoraggio della pandemia annota quanto sta accadendo in Italia, con una situazione sì in peggioramento ma in maniera meno grave rispetto agli altri Paesi. Merito soprattutto della vaccinazione i cui numeri sembrano soddisfare, almeno per la partecipazione dei più giovani, lo stesso presidente dell’Iss, anche se esprime preoccupazione per la percentuale di over 50 ancora senza una dose: quasi 1 su 4. Intanto l’età media di chi si contagia resta sempre bassa, stabile quella di chi finisce in ospedale o muore. “L’età 10-29 anni è quella che si conferma l’età in cui ci sono più casi”, ha detto Brusaferro. “Abbiamo una lenta crescita delle aree mediche, abbiamo il 4% di occupazione dei letti, nel caso della terapia intensiva siamo al 3%. Sono valori diversi nelle diverse regioni – ha spiegato Brusaferro – L’Rt è a 1,56. Decresce l’età mediana di chi contrae l’infezione, per quanto riguarda il primo ricovero rimane a 52 anni, per le terapie intensive sopra i 60 anni, e per i decessi attorno agli 80”. Sulle vaccinazioni il presidente dell’Istituto superiore di sanità esprime grande soddisfazione, segnalando come tra i giovani il vaccino sembra incassare maggiore fiducia: “Le fasce di giovani sono quelle che stanno aderendo in maniera più significativa. La fascia di età sopra i 60 anni cresce lentamente e sopra i 60 anni abbiamo una percentuale del 16-17% di persone che non ha fatto la prima dose”. A preoccupare rimane sempre la variante Delta, oramai predominante e che in futuro “si avvia ad essere quasi esclusiva. Ma una copertura vaccinale – è la sua postilla – è l’elemento principe per controllare questa variante”. Per Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, la situazione è meno preoccupante di altri Paesi come Francia o dell’area iberica. “I numeri ci danno una certa soddisfazione: abbiamo limitato i danni, ci sono Paesi che hanno un’incidenza più elevata della nostra. Misure come green pass possono limitare le possibili conseguenze, permettendo a tutti di vivere l’estate in maniera quasi normale evitando situazioni di rischio elevato”. Comportamenti corretti, green pass e vaccino. I tre capisaldi per combattere il covid. E proprio sul vaccino si impone il dibattito sulla terza dose. Su questo punto Rezza si mantiene cauto: “Da noi c’è stato un parere del Cts per valutare la terza dose per gli immunodepressi, bisogna studiare la tempistica, e potrebbe essere considerata una rivaccinazione, un richiamo per persone fragili. Il resto va valutato. In questo momento è bene dire che non c’è certezza nè a favore nè contro, probabilmente ci sono categorie di persone che andranno ad essere ri-vaccinate entro un anno, è giusto valutarlo per queste persone”.
(ITALPRESS).
Vaccino rallenta curva covid ma un over 50 su 4 è ancora senza dose
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