WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Lo speaker della Camera Mike Johnson è chiamato ad una sfida decisiva in vista di domani, venerdì 3 gennaio, giornata in cui il nuovo Congresso si riunirà a Washington per valutare la sua rielezione. Per ottenere un nuovo mandato lo speaker in carica ha bisogno di quasi tutti i voti repubblicani. Il presidente eletto Donald Trump ha già manifestato il suo sostegno sui social, ma non è detto che il benestare del magnate possa convincere i repubblicani di estrema destra.
Johnson ha ottenuto la carica di speaker della Camera nell’ottobre 2023 in seguito alla rimozione di Kevin McCarthy. Ai tempi godeva di un apprezzamento unanime da parte dei repubblicani, ma le sue ultime prese di posizione hanno diviso il partito, in particolare nel momento in cui la scorsa primavera Johnson ha approvato il pacchetto di aiuti all’Ucraina voluto dall’amministrazione Biden.
Allo stato attuale i repubblicani detengono alla Camera una risicata maggioranza di 220 a 215 e per tale ragione basterebbe solo che due legislatori repubblicani votino altri candidati per negare a Johnson la maggioranza e dunque la garanzia di un nuovo mandato da speaker della Camera.
Come da tradizione l’elezione del nuovo speaker della Camera avviene ancor prima del giuramento dei nuovi membri del Congresso. Il motivo di tutto ciò è puramente organizzativo, poiché la Camera non può andare avanti con i lavori fino a quando non ha un portavoce, che svolge contemporaneamente il ruolo di capo amministrativo dell’istituzione e presidente della Camera.
Al momento della votazione i criteri da rispettare per diventare Presidente prevedono la maggioranza dei voti dei membri della Camera presenti e votanti. In questi casi il numero magico è di 218 su 435 membri della Camera, anche se esistono dei precedenti in cui diversi speaker hanno ottenuto la vittoria con meno voti. Un fenomeno che si verifica nel momento in cui i votanti certificano la loro presenza in aula ma non si esprimono pareri sulla votazione.
Una volta che la Camera ha raggiunto il quorum, ovvero il numero minimo di membri presenti per procedere, i discorsi di nomina saranno tenuti per conto dei candidati a speaker. Il segretario nomina i legislatori di ogni partito come scrutatori per contare i voti prima che inizi l’appello nominale.
Una volta che un candidato presidente ottiene la maggioranza dei presenti e votanti, il segretario annuncerà i risultati delle elezioni. Un comitato bipartisan, solitamente composto da membri dello Stato di origine del candidato prescelto, accompagnerà il presidente eletto alla sedia sul podio dove verrà amministrato il giuramento d’ufficio.
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(ITALPRESS).
Usa, il Congresso si riunisce per eleggere il nuovo speaker della Camera
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