di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – La Corte Suprema degli Stati Uniti da un giorno all’altro (o già mentre leggete questo articolo) deciderà il primo caso fondamentale per il proseguimento della campagna elettorale di Donald Trump per le elezioni presidenziali. Si tratta se dare ragione o torto allo Stato del Colorado che ha escluso la candidatura dell’ex presidente per via del Quattordicesimo emendamento della Costituzione (approvato nel 1868, subito dopo la guerra civile) che vieta a chi ha giurato sulla costituzione e poi partecipato ad una insurrezione, di poter esercitare un incarico pubblico. Giovedì, per oltre tre ore, i nove giudici della Suprema Corte degli USA hanno ascoltato le argomentazioni degli avvocati in difesa dell’appello di Trump e di quelli in difesa delle ragioni del Colorado, a sua volta ponendo loro molte domande. Dallo scambio e repliche tra avvocati e giudici (che si potevano seguire in diretta via audio) si è avuta la conferma che i giudici annulleranno la decisione del Colorado e Trump verrà riammesso nelle liste elettorali delle primarie. Del resto, gli avvocati del Colorado non sono sembrati convincenti sulla questione più incisiva e cioè come la decisione di escludere Trump da uno Stato, possa proteggere tutto il processo elettorale degli Stati Uniti dal precipitare nel caos.
Resta un dubbio: quale sarà la maggioranza data alle ragioni di Trump? Sarà 6-3 (con i sei giudici nominati da presidenti repubblicani, di cui ben 3 da Trump, che prevalgono sui tre giudici nominati dai presidenti democratici Obama e Biden), o il risultato sarà unanime? Chi scrive prevede che il risultato sarà 9-0 o quasi, con un giudice “liberal” che eviterebbe ai colleghi della Corte del Colorado l’umiliazione concedendo sostanza giuridica alla loro decisione. La previsione si basa sull’interesse che tutti i giudici della Corte Suprema hanno di mantenere questa istituzione neutrale nei confronti di una campagna elettorale che oramai è chiaro, risulta essere la più “determinante” della storia americana dai tempi dell’elezione di Abraham Lincoln alla presidenza. Ma in questo calcolo, la bocciatura “unanime” per la decisione del Colorado, dovrebbe accadere anche quando i giudici supremi si ritroveranno a decidere sulla sentenza di una Corte Federale di Washington DC abbattutasi sull’ex presidente ridiventato di colpo “Citizen Trump”, cioè il cittadino Trump non potrà godere di nessuna immunità per le sue azioni svolte durante la sua presidenza. Parafrasando il candidato Trump del 2016, neanche un presidente può “sparare a chiunque sulla Quinta Avenue” senza essere processato!
Già, negli Stati Uniti, hanno confermato all’unanimità martedì scorso tre giudici federali, nessuno può essere al di sopra della legge. A Trump resta solo la Corte Suprema per impedire che lui ora sia processato da una Corte Federale con l’accusa di aver attentato ai diritti democratici dei cittadini USA per aver tentato di far annullare il loro voto espresso in maggioranza per Biden. Ecco quindi qui un’altra previsione: dopo il 9-0 (o 8-1) sulla decisione del Colorado, la Corte Suprema se accetterà quest’ultimo caso (potrebbe anche rifiutarlo), non solo lo respingerà, ma il risultato sarà ancora una volta unanime! Così si salverà la credibilità della Corte e né Trump, né i suoi fedelissimi sostenitori “Maga” (Make America Great Again) potranno attaccarla, dopo che gli stessi giudici hanno dimostrato la loro “neutralità” dando ragione a Trump sul Colorado. Resta un ultimo dilemma alla Corte da sciogliere per evitare il caos: durante l’udienza di giovedì Trump vs Colorado, è stata ribadita l’interpretazione letterale della terza sezione del 14esimo emendamento, che impedisce all’“insurrezionista” che abbia giurato sulla Costituzione di “ricoprire” una carica pubblica, ma che non gli impedirebbe di “candidarsi” a quella carica. Nella frase “hold any office” (ricoprire qualsiasi carica) più di un giudice della Corte Suprema ha messo sotto “torchio” gli avvocati del Colorado.
Se Trump dovesse vincere le elezioni a novembre ma intanto essere provata la sua partecipazione alla “insurrezione” del 6 gennaio del 2021 – come potrebbe avvenire nel processo federale imbastito dallo speciale procuratore Jack Smith – ecco che alla Corte Suprema tornerebbe la “bomba” del Quattordicesimo emendamento che potrebbe esplodere impedendo, il 20 gennaio 2025, l’entrata “in carica” del 47esimo presidente eletto. Sarebbe il caos totale per la democrazia USA e lo spettro della guerra civile potrebbe riapparire a 160 anni di distanza? Ai giudici supremi, per quanto “neutrali” vogliano apparire nei prossimi mesi, non resta che una speranza: che Trump, pur partecipando, alla fine perda le elezioni.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
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