Intitolare un’aula del Dipartimento di Fisica a Beppe Nardulli. E’ stata la proposta avanzata stamattina dal rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio, durante il seminario organizzato nell’aula A del Dipartimento di Fisica, a 10 anni dalla scomparsa prematura del ricercatore barese Giuseppe Nardulli, ordinario di Fisica Teorica a Bari e componente dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare e dell’Unione scienziati per il disarmo (Uspid). I suoi colleghi e amici hanno voluto ricordare una figura di particolare rilievo sia nel panorama scientifico più strettamente legato alla sua vocazione di professore e di studioso, sia in quello politico, e in particolare nei settori degli affari internazionali, del controllo degli armamenti e della gestione dei conflitti nei quali le sue competenze di scienziato e i suoi molteplici contatti internazionali hanno giocato un ruolo importante. “Un collega importante per la nostra istituzione accademica – ha detto Uricchio – ma soprattutto per il nostro territorio. Ha lasciato un ricordo vivissimo – ha continuato – sia per le ricerche da lui condotte per gli allievi che ancora ne coltivano l’eredità, soprattutto i tanti amici con cui ha condiviso il percorso di sviluppo di uno dei Dipartimenti sicuramente di eccellenza della nostra Università”.
“Beppe – ha sottolineato Uricchio – ha lasciato un segno indelebile del suo lavoro in questa Università, in questo Dipartimento. Il vuoto che il professore ha lasciato prima di tutto alla sua famiglia – ha continuato – e poi alla famiglia allargata dell’Università è ancora profondo. Dieci anni – ha ribadito – sono un arco di tempo breve e quindi sentiamo ancora profondo il distacco, però – ha spiegato – abbiamo la fortuna di avere testimonianze del suo impegno in vari ambiti. Questa – ha detto Uricchio – è un’occasione importante per testimoniare il legame e l’affetto profondo nei confronti di uno dei più significativi componenti della comunità accademica. Siamo una comunità – ha proseguito – e siamo anche al di là del tempo e del distacco e quindi – ha concluso – in queste occasioni voglio esprimere sentimenti di affetto e ribadire che l’Università di Bari vuole onorare il ricordo dei suoi figli e Beppe ha fatto tanto”. “Siamo stati compagni di studi – ha ricordato con emozione il professor Salvatore Nuzzo. Beppe – ha continuato – è stato il mio compagno di corso, ma sin da subito ho capito che aveva una marcia in più. Beppe – ha aggiunto era di più. Aveva tutti 30 e 30 e lode e non a caso è stato il primo a laurearsi. A caratterizzarlo – ha concluso – erano razionalità e rigore che non lasciavano spazio a presunzione e superbia”.