“La Costituzione ha 70 anni, L’Unione Europea 60: tra storia, attualità e scenari”. Di questo si è parlato nel pomeriggio a Bari in Ateneo, durante il settimo degli incontri organizzati dall’Università per celebrare i settantanni della Costituzione.
“Non sono due ricorrenze sterili – ha detto il magnifico rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio – ma soprattutto non sono prive di collegamenti fra loro. Nella Costituzione italiana – ha spiegato – già era stata fatta menzione alle limitazioni di sovranità che poi si sono concretizzate attraverso il Trattato e poi nei Trattati successivi che – ha continuato – hanno rafforzato anche il processo di integrazione europea. Credo che – ha aggiunto Uricchio – sia quanto mai importante oggi, cogliere lo stretto collegamento che esiste fra le due carte fondamentali, quella della costituzione italiana e quella dell’Unione Europea, soprattutto in una stagione di rigurgiti, di sovranismo nazionale – ha sottolineato – affermare invece i valori che sono alla base dell’integrazione europea. Nella Carta Costituzionale – ha ricordato Uricchio – viene espressamente sancito il legame tra popoli, come condizione per poter escludere la guerra dal nostro futuro. L’Unione Europea – ha aggiunto – ha potuto garantire sessant’anni di pace e credo che sia importante oggi più che mai ribadire il valore delle istituzioni comunitarie, senza ovviamente perdere di vista i valori fondanti della Costituzione italiana. Non siamo ancora arrivati – ha ribadito Uricchio – a una Costituzione europea, però il processo anche di forte integrazione che è stato percorso in questi anni e soprattutto anche i riconoscimenti di valori condivisi attraverso alcuni atti fondamentali come – ha sottolineato – la Carta di Nizza e la Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo, consente anche di porre in relazione le carte fondamentali affermando allo stesso tempo sia i valori dell’identità nazionale, ma soprattutto anche il riconoscimento – ha concluso – di quelli dell’integrazione tra popoli e della pace tra di essi”.
A parlare di Carta Costituzionale e Unione Europea è stato Beniamino Caravita di Toritto, docente dell’Università La Sapienza di Roma. “Gli scenari (in Italia e in Europa, ndr) – ha detto il docente – sono difficili. Sono difficili – ha spiegato – sia per quanto riguarda l’Unione Europea, che per quanto riguarda la Costituzione italiana. La Costituzione italiana – ha continuato – ha un problema di adeguamento e ammodernamento inevitabile. E’ vero – ha sottolineato – che sono trent’anni che proviamo a cambiarla e ogni volta non ci riusciamo, ma una riflessione su come costruire un assetto istituzionale più stabile continua a essere necessaria. Un problema non dissimile – ha continuato – ce l’ha l’Unione Europea che incontra in primo luogo la grande difficoltà di gestire la possibile uscita della Gran Bretagna, ma poi – ha aggiunto – sta incontrando tutta una serie di problemi importanti, che richiedono una diversa capacità di gestione politica di un futuro comune europeo che è comunque in qualche modo inevitabile”. Quanto ai rischi a cui si va incontro se non si risolvono i problemi Caravita di Toritto ha risposto: “Il rischio italiano è abbastanza evidente ed è quello di una continua rincorsa di maggioranze con un sistema politico che si avvita su se stesso. Il rischio europeo – ha spiegato – è il rischio che prevalgano nuovamente gli egoismi nazionali. E se prevalgono gli egoismi nazionali – ha sottolineato – diciamo che la sorte degli Stati europei è destinata a essere tutti quanti vassalli di un mondo che si sta profondamente e drammaticamente modificando e in cui gli equilibri – ha aggiunto – non saranno più gli equilibri in cui l’Europa e l’Atlantico saranno al centro del mondo ma – ha chiarito – il centro del mondo è evidente che si sposta da un’altra parte, e si sposta intorno all’oceano Pacifico e intorno all’oceano Indiano. Diventeremo – ha concluso – sempre più marginali”.