URICCHIO “ANNO POSITIVO, STUDENTI PROTAGONISTI”

“Penso che il giudizio sia positivo e siano i numeri in qualche modo a offrirci conforto rispetto anche alle impressioni e alle sensazioni”. A parlare è il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio che ha tracciato un bilancio dell’anno che sta per concludersi. Il 2018, infatti è stato un anno intenso per l’Ateneo, ma anche soddisfacente. “Come Università di Bari – ha detto Uricchio – abbiamo migliorato ulteriormente le nostre performance di carattere finanziario, e siamo stati anche premiati dal Ministero in termini di risorse sia finanziarie, attraverso l’aumento del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) che assunzionali con i cosiddetti punti organico”. Quello che soddisfa maggiormente il rettore è la risposta degli studenti. “Siamo stati soprattutto premiati dai nostri studenti – ha spiegato – perché in numero sempre maggiore hanno deciso di immatricolarsi ai nostri corsi di laurea. Il numero delle immatricolazioni è cresciuto ancora e soprattutto credo che sia migliorata la reputation del nostro Ateneo anche oggetto di una valutazione positiva da parte dell’Anvur (Agenzia nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, ndr) che nel mese di novembre ha svolto la propria visita di accreditamento”.
“Anche gli ispettori OCSE – ha continuato il rettore – hanno potuto salutare la capacità innovativa del nostro Ateneo, in particolar modo analizzando due best practice come il BaLab e il Centro per i Rifugiati e credo che anche le valutazioni positive espresse da organi terzi lontani dal nostro territorio e dalla nostra istituzione siano particolarmente significative, perché esprimono anche un pieno apprezzamento di un progetto che abbiamo espressamente voluto e che oggi abbiamo anche potuto mettere in campo attraverso i nostri studenti, i nostri giovani. Un bilancio positivo almeno credo – ha aggiunto Uricchio – e mi auguro che le attività avviate possano essere ulteriormente implementate. Penso alla internazionalizzazione, alla Terza Missione, penso al miglioramento qualitativo dell’offerta formativa, penso al potenziamento della ricerca. Sono tutti obiettivi in progress che possono essere ulteriormente sostenuti e l’azione che stiamo mettendo in campo anche attraverso il bilancio sarà un ulteriore impegno in questa direzione”.

Nonostante il bilancio positivo, Uricchio rimarca la necessità delle risorse. “Le risorse sono essenziali – ha detto – per poter mettere in campo delle azioni concrete. In questi anni abbiamo dovuto sopportare anche dei tagli pesanti, il 20% in meno rispetto a 10 anni fa. Però, nonostante l’esiguità delle risorse, abbiamo messo in campo azioni che sono state coronate da risultati significativi. Attraverso un ulteriore sostegno di carattere finanziario gli obiettivi che possono essere perseguiti sono ancora più ambiziosi e devo dire – ha aggiunto – che l’attrazione di risorse premiali è stata per noi particolarmente importante, perché non soltanto ha consentito anche la soddisfazione di un risultato positivo, ma anche di poter contare su maggiori risorse che credo potranno essere messe a valore”. Per il rettore, il 2019 sarà l’ultimo anno del suo mandato. Un tempo “sufficiente per completare le attività svolte e porre le basi di quelle che saranno poi proseguite. Mi auguro – ha detto – che anche nel futuro ci possa essere una continuità in questi processi. Soprattutto la valorizzazione dei più giovani, il ruolo della ricerca, il riconoscimento dei meriti – ha ribadito – possano essere obiettivi comuni che possano essere perseguiti da chiunque sia il mio successore”.
Quanto ai veri protagonisti dell’Università, cioè gli studenti, Uricchio ha dichiarato: “I giovani sono protagonisti del futuro come del presente e lo sono a maggior ragione di un’istituzione universitaria che opera per i giovani. Non siamo solo un’agenzia formativa, siamo un luogo in cui matura la personalità, in cui si pongono le basi anche per la crescita. Quindi il ruolo dei giovani non può che essere centrale all’interno della nostra istituzione. Ovviamente – ha sottolineato – occorre che la partecipazione dei giovani, la condivisione, l’idea comunitaria che deve sostenere anche i modelli relazionali all’interno della nostra istituzione accademica e soprattutto – ha concluso – l’invito ai giovani di essere liberi nel pensiero e creativi nell’azione”.

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