ROMA (ITALPRESS) – “Il costo dell’energia si aggira intorno ai 30-40 miliardi, la stessa somma della prima tranche del Pnrr quindi è come se avessimo già speso quelle risorse. Il rincaro è condizionato dalle vicende geopolitiche e l’invasione russa dell’Ucraina impatta in maniera importante sulla vicenda, che però non dipende solo da questo. Dobbiamo tener conto dell’effetto causato dalla pandemia che ha prima narcotizzato l’economia per poi risvegliarla in maniera disomogenea”. Lo afferma Andrea Prete, presidente di Unioncamere, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. Sulla crisi ucraina, Prete ha sottolineato l’importanza della diplomazia “ma mai come oggi abbiamo registrato in Europa dichiarazioni tanto drammatiche, è un momento delicato. Quella delle sanzioni – commenta il presidente di Unioncamere – è la prima risposta che l’occidente democratico riesce a dare e speriamo che non ci sia il bisogno di mettere in atto azioni di altro tipo che potrebbero essere anche più gravi. Le sanzioni hanno anche un effetto che colpisce chi le emette ma le conseguenze per chi le riceve sono sicuramente più forti. Come Europa non siamo una potenza militare ma una potenza economica sì”.
“Rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza, Unioncamere si è attivato soprattutto sulle semplificazioni, un tema caro a tutto il sistema economico e agli imprenditori”, sottolinea il presidente di Unioncamere. “Questo Paese ha accumulato negli anni molte norme per mancanza di fiducia da parte dello Stato nei confronti di imprese e del cittadino, portando avanti una cultura del sospetto – aggiunge -. Dovremmo passare alla cultura della responsabilità che significa chiarezza delle norme, possibilità di autocertificazione, ridurre i tempi delle autorizzazioni. Questo ultimo fattore impatta negativamente sui posti di lavoro. La grande sfida del Pnrr -sottolinea Prete – è alleggerire la burocrazia e rivedere alcune valutazioni di carattere giudiziario. Abbiamo avviato un tavolo con l’obiettivo di fare una semplificazione dal basso in cui partecipano tutte le principali associazioni del Paese: Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Coldiretti, Confesercenti, Alleanza delle cooperative. Inoltre, è urgente risolvere il problema dei controlli sulle imprese che vengono spesso effettuati da vari enti, ognuno con una prescrizione diversa. Le norme per la tutela dell’ambiente, spesso con conseguenze penali, portano l’imprenditore ad avere la massima cautela e nonostante il nostro sia un Paese all’avanguardia sull’economia circolare in Europa, le norme vigenti risultano spesso disincentivanti”.
Il presidente di Unioncamere affronta anche il tema della digitalizzazione che “va vista come l’utilizzo di tecnologie che semplificano la vita. La pandemia ha accelerato il processo ma c’è ancora molto da fare. Avere uno sportello unico per le attività produttive in Italia sarebbe importante e aiuterebbe molti professionisti e il sistema così com’è risulta frammentato. Poi c’è il problema del gap digitale a seconda del territorio e per ridurlo c’è bisogno di formazione adeguata, anche per risolvere il disallineamento tra formazione e profili professionali ricercati dalle aziende”. In conclusione, Prete spiega come le Camere di commercio possano essere degli incubatori per le piccole imprese italiane che le accompagnano dalla nascita allo scopo di vederle crescere e consolidarsi, anche nel mercato estero: “Il 95% delle imprese italiane sono piccole e noi siamo al fianco di questo tessuto imprenditoriale. Rispetto al mio ruolo, sono felice se riesco a rendere un buon servizio ai miei colleghi”.
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