Come disse Benitez (ultima edizione):"Nel calcio è importante divertirsi, ma è fondamentale vincere. Con Ancelotti e Allegri la pensiamo alla stessa maniera". Visto dalla parte di Mimmo Di Carlo il concetto s'adegua alla necessità: "L'importante è non perdere". E avete visto come si fa. I poveri del Chievo hanno costretto il ricco Napoli allo zero a zero. Il 5-3-2 nobilitato dal vecchio Edy Reja ha evidenziato quanto una difesa arroccata e insieme mobile, muro e insieme contropiede, direi un classico catenaccio, possa fare contro un attacco in mille altre occasioni fulminante eppure veramente pericoloso solo con un palo colto dalla classica svirgolata di Insigne e dalla potenza sfortunata di Koulibaly. Una volta tanto fa paradossalmente notizia la resistenza del Chievo più dell'arrembaggio generoso ma impreciso del Napoli. (Come, sabato, lo spirito salvifico di Nicola che dopo dieci precedenti sconfitte porta l'Udinese a battere la Roma).
E nella giornata di campionato che vede Ronaldo farsi capocannoniere di una Juve incontenibile il calciatore che gli si oppone è solo Sorrentino, figura eroica di un calcio dimenticato dagli esteti la cui cultura pedatoria è incompleta, perché irride l'eroismo di chi non ha altro traguardo che una onorevole salvezza. Che il Chievo – nella fattispecie – ha solo cominciato a sognare. Credo sia stato proprio Sorrentino a dire "fra noi e Ventura c'era una forte differenza di vedute" ma sono convinto che Di Carlo non abbia avuto bisogno di confronti più o meno agitati con i giocatori, gli è certamente bastato dire "sono qui per salvarci". I calciatori sanno al volo cosa vuol dire, e come provarci. Ancelotti ha un bel dire "siamo qui per lo scudetto", a volte basta anche un minimo cedimento e resti al palo. E intanto la Juve non perdona. La Juve di Ronaldo. L'Invincibile. Penso alla Nazionale che non segna: non basta Immobile che pure nella Lazio fa faville (salvo errori e omissioni), ci vorrebbero Gigi Riva o Pablito Rossi. La Juve ha l'unico…Gigi Rossi in circolazione, si è appannato anche Higuaín e se pensi che la soluzione sia Cavani il campo ti dice Messi, o Modric o forse Mbappè. O qualcuno ancora da scoprire o inventare, come Sarri inventò Mertens. Una squadra impegnata come il Napoli – o come l'Inter che vedo avvantaggiata non perché ha spezzato le reni al Frosinone ma per come ha saputo digerire il flop di Bergamo – condannata a inseguire una Juve che non perde mai avrebbe il diritto di giocarsela faccia a faccia, ovvero nello stesso giorno, alla stessa ora, per non vivere vigilie da incubo, per non perdere le partite in albergo, com'è capitato al Napoli di Sarri. Sabato sera la Juve ti guarda dall'alto di nove punti di vantaggio, domenica pomeriggio, davanti al povero Chievo, ti sembra di giocare la partita della vita. E sei solo all'inizio del torneo. Sí, Ancelotti è un mago dello spogliatoio, un padre saggio che non ti manda allo sbaraglio: ma dopo un primo tempo eppoi un'ora senza gol ti accorgi che la disperazione assale più i napoletani e che i veronesi non fanno più soltanto resistenza, hanno anche il coraggio di aggredire. Da tempo si parla soprattutto di fatturati, di ingaggi, di mercato, di fenomeni: Napoli- Chievo è stata una vera partita di calcio. Da studiare e far studiare. Per accogliere benevolmente la tarda confessione di Benitez: l'unico divertimento è vincere. O non perdere.