Il sistema delle agevolazioni fiscali in materia di calamità – alla luce della epocale pandemia che ha colpito l’Italia “necessita di una radicale revisione, che per certi versi si connota come una”rivoluzione copernicana” fondata sul principio costituzionale di solidarietà e su quello di prevenzione”. Questo quanto emerso durante il seminario organizzato on line dall’Uncat (Unione nazionale camere avvocati tributaristi) sulla “Leva fiscale e finanziaria per la ripresa delle imprese” al quale hanno partecipato un centinaio di professionisti da tutta l’Isola e non solo. “Una revisione”, ha spiegato Angelo Cuva vicepresidente dell’Uncat e alla guida degli avvocati tributaristi di Palermo, “che deve comportare un aggiornamento delle attuali “tipologie”(catalogo) degli eventi calamitosi e degli strumenti di reazione che devono essere caratterizzati dalla immediatezza dei loro effetti. Cosa attualmente non esistente”. Una trasformazione “che va necessariamente collegata al contesto Comunitario e ad un adeguamento e rimodulazione dei vincoli di bilancio e sul debito pubblico previsti dal “Fiscal Compact”, giustificata da un principio di prevenzione e di solidarietà internazionale (previsti dai Trattati) per la cui operatività necessita, però, la introduzione di tributi propri dell’Unione europea (EU tax) per reperire le risorse necessarie a fronteggiare queste nuove emergenze”. Stesse considerazioni sono arrivate anche dal presidente nazionale dell’Uncat, Antonio Damascelli che chiede al legislatore “una grande riforma fiscale incentrata sul sistema dell’impresa che è l’unica a creare ricchezza. Ma quello che ha in testa il governo”, ha aggiunto, “non lo sappiamo e non possiamo andare avanti a colpi di spot”. “La pandemia”, ha aggiunto Renato Torrisi, vicepresidente Uncat, “è qualcosa di nuovo con cui confrontarsi e ci impone una particolare attenzione e cura nell’utilizzo degli strumenti che andranno tarati nella concreta realizzazione delle scelte. Qualsiasi esse fossero. Stiamo vivendo un momento in cui le sospensioni hanno dato respiro al tessuto economico. Ma tutto questo finirà molto presto”. Ma se serve una rivoluzione vera che modifichi il modo di intendere anche il rapporto tra legge e cittadino ovvero che quest’ultimo non è degno di fiducia e che va sempre “prevenuto” nei suoi comportamenti. Questo il punto di vista di Paolo Panerai, direttore di Mf Milano Finanza. “Fa quasi sorridere sentire parlare dal governo nazionale di semplificazione”, ha spiegato, “con 160 mila norme contro le 3.500 in media dei tre maggiori paesi d’Europa. Non sarà smontabile questo sistema, ci può essere il tentativo di fare qualcosa in maniera più veloce. Questo è il male unico e comune a tutte le problematiche che riguardano il fisco”.
Oltre alle norme, che sono troppe, ci sono anche gli oneri fiscali e previdenziali. Tra le misure proposte anche quella che è stata avanzata da Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria che ha proposto di intervenire sul costo del lavoro “il più alto d’Europa”. “Avevamo proposto il pagamento degli oneri contributivi per le imprese nei prossimi dodici mesi nell’ultima finanziaria regionale. Unico motore dell’economia è la produzione e se non si riavvia la produzione la sicilia rimarrà sempre più indietro”. Per la ripartenza della Sicilia ci vogliono meno norme, più veloci e focalizzate sull’impresa. Ma anche istituti pronti ad erogare credito in una situazione non facile come quella dell’Isola. “Da qui a breve un nuovo piano industriale trasformerà Irfis in un soggetto completamente nuovo”, ha detto Giacomo Gargano presidente della finanziaria regionale. La nuova pelle dell’istituto lo porterà a”supportare le imprese non solo per erogare finanziamenti ma anche fornendo servizi. Abbiamo iniziato con uno strumento semplicissimo: tavoli confronto con Mcc e Sace”. “Non serve oggi all’imprenditore siciliano un nuovo soggetto bancario”, ha aggiunto Gargano, che ha anche parlato della nascita del Fondo Sicilia che nasce da un fondo di proprietà ministeriale “lo abbiamo sbloccato anche grazie a due leggi di stabilità. E’ il piccolo tassello per erogare finanziamenti alle imprese non legati solo al merito creditizio. Abbiamo stanziato finanziamenti per non poche imprese che erano ai margini del sistema bancario”.
A breve anche una misura per i professionisti da 120 milioni di euro grazie alla riprogrammazione dei fondi europei. “Le misure si dovranno caratterizzare per la loro tempestività”, ha aggiunto ancora Cuva, “non tanto per il “quanto” ma principalmente per il “quando”, perchè devono immediatamente garantire la sopravvivenza delle attività economiche messe a rischio dalla pandemia ( i cui effetti vanno paragonati alle economie post – belliche); il fattore tempo è fondamentale ed è condizione della loro efficacia”.
(ITALPRESS).
Uncat “Serve radicale revisione agevolazioni su calamità”
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