Il calciofilo erudito ha rinfrescato idee e parole, ha rimesso insieme il Servizio, la Battuta, l’Ace, Dritto e Rovescio, Volèe Demivolèe, Smash, Lob, Pallonetto, Dropshot e si è offerto un weekend straordinario: sabato calcio, domenica tennis. Un modesto pomeriggio con Juventus-Empoli che a me propone una bella immagine di Vlahovic e una riflessione, ovvero perchè a Davide Nicola si offrano solo esoneri o salvezze impossibili; la frenata della Juve non è accidentale, ha trovato un avversario senza complessi d’inferiorità. A letto con i rigori di Milan-Bologna, l’unico realizzato – al 92 da Orsolini – resta sullo stomaco dei milanisti come un cotechino lesso mentre introduce i bolognesi a una notte serena con un delizioso tiramisù. Motta è dolcezza. Pioli (immeritatamente) indigesto.
E finalmente è domenica. Suona la sveglia, colazione, caffè ed è subito Sinner. “Quelli che il tennis” allestiscono l’evento, bibite e pistacchi per lunghe e inevitabili ore in diretta con il Barone Rosso. L’ultimo eroe nazionale. Finalmente ci ritroviamo tutti italiani, tutti a sognare una vittoria diversa – alla Pablito, alla Tomba, alla Valentino, fatemi dire anche alla Goggia – da segnare nella memoria e nella storia patria minore come un titolo mondiale pallonaro, ausilio da Melbourne all’orgoglio azzurro mortificato dalle esclusioni di Russia e Qatar.
Non esagero. L’impresa di Jannik Sinner è storica, degna di questo Paese di santi, poeti, navigatori, artisti e trasmigratori che numerosi cercarono fortuna nel Continente Australe – nomi illustri come Colombo, Vasco de Gama, Vespucci, Magellano, Giovanni da Verrazzano – che poco oro trovarono, poco argento, e raccontarono soprattutto meraviglie e dettagli geografici per esploratori. Mago Jannik ha colto un trofeo prezioso e l’ha mostrato orgoglioso e felice, senza lacrime, a miliardi di cittadini del mondo incollati alla tv per tre ore e mezzo. Che talento. Che faticatore. Che giocatore. Che successo. Sono sportivo, ex narratore di tennis, vorrei fuggire verso il mio mare in tempesta avendo nella mente e negli occhi solo le esclusive immagini di quel ragazzo esemplare che come i campioni d’antan vince e ringrazia commosso mamma e papà. Questo è sport. Senza retorica. Mi sarebbe piaciuto – pur rispettando i valorosi telecronisti – il racconto di Galeazzi, la voce del cuore di Bisteccone che riusciva a nobilitare anche le partitacce di pallone. Come un Lazio-Napoli della mutua, una battaglia disarmata fra pedatori svogliati, una spenta sfida Sarri-Mazzarri. Polvere di stelle.
Per fortuna a una stella vera, storica – quella dei venti scudetti – ci pensa l’Inter che sogna in grande e in grande realizza i suoi desideri grazie a Lautaro Martinez – il signor bomber, elegante e misurato, poca garra ma molta classe – e al mangiarigori Sommer – povera Viola -che trasforma in gol la spinta collettiva e minaccia da primissima, insieme a Inzaghi, la Juve del battutista Allegri, prossima ospite di San Siro. E per fortuna oltre a Mago Sinner c’è la passione di “quelli che il calcio” lo amano anche se li annoia e li tormenta.
UN WEEKEND STRAORDINARIO TRA CALCIO E TENNIS
Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]