UN PIANO DI RILANCIO PER L’AEROPORTO DI TARANTO

L’aeroporto “Marcello Arlotta” di Taranto-Grottaglie si appresta a cambiare volto. Il Piano di interventi al 2030, tra i quali rientra il riassetto funzionale dell’aerostazione passeggeri, è stato presentato stamani dal Vice Presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Vasile e dal Direttore Tecnico della società nel corso di un incontro al quale sono intervenuti il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Cosimo Borraccino, il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Gugliotti e i sindaci di Taranto, Rinaldo Melucci, Monteiasi, Cosimo Ciura, Carosino, Arcangelo Sapio, Statte, Francesco Andrioli.

“C’è un bellissimo progetto – ha detto Emiliano – che oggi Aeroporti di Puglia sta presentando per rendere più attrattiva possibile l’aerostazione di Taranto-Grottaglie. E stiamo attivando tutte le relazioni possibili con le compagnie aeree su questo aeroporto: non è semplice perché le previsioni di traffico da Taranto non sono ancora sufficienti per gestire un aeroporto di questa importanza, rimane quindi fondamentale la necessità di far riprendere il ciclo economico della città. Taranto è la seconda città della Puglia, se questa città riparte avrà anche traffico aereo sufficiente a gestire e a rendere economica la gestione di voli per qualunque destinazione del mondo. Insomma, non si può lavorare su un aeroporto e basta, si deve lavorare sull’intera provincia. E soprattutto bisogna stare uniti, non bisogna litigare, bisogna avere la forza alle volte pensino di ingoiare qualche piccola gaffe da parte dei propri interlocutori, perché Taranto deve fare dell’armonia e della forza interiore l’elemento per spingersi oltre i propri limiti”.

 

“La città è meravigliosa, i cittadini sono straordinari, hanno accumulato purtroppo quella energia che si chiama rabbia e che io conosco bene perché l’ho vissuta in tante occasioni – ha aggiunto Emiliano -. Qualcuno dice che sono un po’ ossessionato da Taranto e da questa provincia, ebbene, è vero. Mi sono fatto ossessionare da questa grande energia, perché sono certo che quando Taranto sarà al massimo regime, la Puglia avrà raddoppiato la sua performance. Il destino di Taranto è essere al servizio di una Puglia che trainerà tutto il Mezzogiorno. Io a questa cosa credo e il potenziamento dell’aeroporto è in funzione di questa visione”.

“Si è aperta oggi una fase storica per l’aeroporto ‘Marcello Arlotta’ di Grottaglie – spiega l’assessore Borraccino -. Questo sito, già parte integrante del programma internazionale per la produzione in loco delle fusoliere del Boeing 787, possiede anche tutti i requisiti per diventare definitivamente la piattaforma integrata per la sperimentazione degli aeromobili a pilotaggio remoto. Ma il riassetto funzionale dell’aeroporto includerà anche i voli di linea, che andranno ad aggiungersi alle attività dell’industria aeronautica che a sua volta, alla luce del rilancio delle attività portuali di Taranto, assicurate dalla concessione del terminal container alla grande società turca Ylport, potrà contare sulla crescita quali-quantitativa dei servizi di cargo-logistica. È stato osservato che il lancio della Z.E.S. interregionale jonica e l’interesse che già manifestano gruppi imprenditoriali nazionali ed esteri per investire i questi territori non solo nei settori tradizionali dell’industria pesante, della logistica e dell’agricoltura, ma anche del turismo culturale e balneare che interessa interamente la costa jonica pugliese e lucana, inducono a ripensare completamente la funzione dell’aeroporto di Grottaglie. È bene, quindi, che la classe politica colga tempestivamente queste opportunità di crescita e di lavoro e le consegni alle future generazioni”.

 

“Oggi presentiamo alla comunità pugliese e soprattutto a quella tarantina, un aeroporto più grande, più innovativo, ma al tempo stesso ricco di riferimenti alla tradizione della nostra terra e ancora più rispettoso dell’ambiente – ha detto il vice presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Vasile -. Aeroporti di Puglia ha sempre dedicato grande impegno allo sviluppo complessivo della rete aeroportuale regionale, nella quale Taranto Grottaglie assume un ruolo strategico. L’interesse concreto riscontrato anche per il progetto di riqualificazione dell’aerostazione passeggeri, che rientra in un più ampio programma di opere sulle infrastrutture dello scalo, dimostra come, anche grazie al prezioso e costante supporto della Regione Puglia e dell’Enac, nessun traguardo possa essere precluso e si possano centrare obiettivi che consentano lo sviluppo di una struttura così importante per la nostra comunità e per il nostro Paese. Grazie a gli interventi che ci accingiamo a realizzare l’aeroporto di Taranto Grottaglie vedrà crescere ulteriormente il proprio potere attrattivo che viene da tutti riconosciuto e apprezzato, in Italia e all’estero”.

 

Quattro le fasi previste dal Piano di Sviluppo dell’aeroporto, approvato dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che definisce e pianifica tutti gli interventi fino al 2030 in coerenza con: il Piano Nazionale degli Aeroporti, che classifica lo scalo come “Aeroporto di interesse nazionale”; la Disposizione del D.G. di ENAC (n. 20 del 14 luglio 2014), che qualifica l’aeroporto come idoneo a svolgere, oltre alle attività di traffico commerciale passeggeri, anche quelle connesse alla definizione di “piattaforma logistica per le attività di sviluppo, ricerca e sperimentazione di prodotti aeronautici”; il Quadro degli interventi previsti dal Piano Regionale dei Trasporti; l’Atto di indirizzo (n. 250 del 9.5.2018) del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che ha individuato Taranto-Grottaglie quale spazio porto nazionale per le esigenze dei voli commerciali suborbitali.

Anniversari antimafia: Ninni Cassarà e Gaetano Costa lasciati soli di Gianfranco D’Anna “Ninni è stato un poliziotto moderno, probabilmente troppo per quei tempi. Aveva avuto intuizioni che si sono rivelate concrete e che allora non sono state prese nemmeno in considerazione” sottolinea Laura Iacovoni, la moglie del Vice Questore Ninni Cassarà che ha ancora negli occhi le terribili fasi dell’agguato teso sotto casa al marito da un commando di killer d cosa nostra ed alle quali assistì dal balcone . Inutile negarlo. Senza verità e giustizia il dolore dei familiari aumenta di anno in anno, mentre si rincorrono gli anniversari delle uccisioni dei protagonisti della lotta alla mafia. La spoon river delle stragi e degli agguati mafiosi attraversa molti dei viali e delle piazze della Palermo ex roccaforte di cosa nostra che ha avuto a forza e la capacità di prendere coscienza e di trasformarsi nella capitale dell’antimafia. Il sei agosto ricorrono il 39° e il 34° anniversario degli assassini del Procuratore di Palermo Gaetano Costa e del Vice Questore Ninni Cassarà, colpito a morte assieme all’Agente di Polizia Roberto Antiochia. Lasciato solo, tradito o entrambe le cose? “L’averlo l’asciato assolutamente solo dopo tutto quello che era successo è stato comunque un tradimento da parte di uno Stato che avrebbe dovuto proteggerlo – aggiunge la vedova di Ninni Cassarà – “Oggi dopo 34 anni non ho voglia di avventurarmi in teoremi relativi a talpe varie.” Quale l’eredità civile e professionale di Ninni Cassarà? “A Palermo diventa difficile ed è affidato soltanto all’amore ed alla tenacia dei famigliari tenere alta la memoria di chi si è sacrificato per lo Stato. Le commemorazioni sono rituali e soltanto di facciata.” In cosa e in quanto è maggiormente cambiata in questi decenni l’azione di contrasto nei confronti della mafia? “I palermitani sono più consapevoli e più coinvolti rispetto agli anni passati soprattutto perché di lotta alla mafia si è cominciato a parlare nelle scuole e l’azione di contrasto oggi più affinata non è più legata al territorio ed alla economia siciliana.” Il tempo si è fermato nel cortile interno del palazzo di via Croce Rossa, a Palermo dove il 6 agosto del 1985 venne ucciso Ninni Cassarà. Si sente ancora l’eco delle raffiche di mitra esplose da un commando di almeno sette killer mafiosi per massacrare il Vice Questore e l’agente di Antiochia. Investigatore di livello internazionale, colto, ironico, determinato, amico personale e punto di riferimento di Giovanni Falcone e dell’appena costituito pool antimafia dell’ufficio istruzione, Ninni Cassarà venne letteralmente braccato e assassinato da cosa nostra perché aveva capito davvero tutto: dai canali del riciclaggio dei narcodollari alle connessioni mafia-politica-finanza- massoneria, dal ruolo dei cugini Salvo alle complicità nelle istituzioni, dai traditori ai doppiogiochisti della porta accanto, in Questura. Un contesto analogo, quello dell’isolamento, che ha preceduto e caratterizzato anche l‘assassinio del Procuratore capo di Palermo Gaetano Costa, sorpreso per strada senza scorta da un sicario di cosa nostra il6 agosto del 1980. Ex partigiano ed estraneo agli ambienti palermitani, il Procuratore Costa aveva avviato tutta una serie di inedite e rivoluzionarie indagini su mafia e droga e sui canali del riciclaggio. Tanto a Ninni Cassarà che a Gaetano Costa sono state conferite medaglie d’oro al valore civile. Medaglie purtroppo alla memoria. Alle cerimonie commemorative che si svolgeranno a Piazza Giovanni Paolo II e in via Cavour interverranno fra gli altri il Questore e il Sindaco di Palermo, Renato Cortese e Leoluca Orlando, magistrati ed i vertici regionali e provinciali di Carabinieri e Giardia di Finanza. Per Ninni Cassarà è prevista la scopertura di una nuova lapide al posto di quella posta nel cortile di via Croce Rossa sul luogo dell’agguato.

 

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