UN MASTER IN COMUNICAZIONE DELLA RICERCA E DIDATTICA DELLE SCIENZE

BARI (ITALPRESS) – “Molto spesso anche la ricerca fatica a trovare ingresso nel mondo della comunicazione, cosi’ come molto spesso resta confinata nei laboratori o nelle aule didattiche”. Sono queste le motivazioni, come detto in conferenza stampa stamattina Bari dal magnifico rettore, Antonio Uricchio, che hanno spinto l’Universita’ ad organizzare il Master in ‘Comunicazione della Ricerca e Didattica delle Scienze’. “Comunicare la scienza – ha detto Uricchio – e’ una necessita’ per i nostri ricercatori, cosi’ come per il mondo esterno che possa avvicinarsi all’innovazione attraverso una piena consapevolezza che puo’ essere anche occasione di trasferimento tecnologico ‘virtuoso e felice’. La nostra Universita’ – ha ricordato – e’ da tempo impegnata sui temi della comunicazione istituzionale. Abbiamo un impegno che si rinnova e si evolve. Quest’anno abbiamo voluto dedicare con particolare attenzione al tema della comunicazione della ricerca e della scienza, perche’ molto spesso – ha spiegato – i prodotti scientifici o comunque anche le ricerche che hanno una capacita’ di innovazione e che possono destare anche interesse da parte delle imprese restano confinati nel mondo accademico”
“L’Universita’ – ha continuato – non e’ piu’ autoreferenziale. Non lo e’ da tempo perche’ abbiamo voluto promuovere un modello di Universita’ aperta al territorio e orientata anche al mondo delle
imprese. L’esperienza formativa che vogliamo proporre assume un particolare interesse, una novita’, perche’ coinvolgiamo esperti del mondo della cultura e della scienza, con giornalisti,
organizzatori di eventi scientifici, imprenditori. Ci siamo avvalsi di competenze interne. Inoltre – ha concluso – il percorso formativo si avvale anche del patrocinio del CNR che ha un’esperienza e una competenza anche nella comunicazione scientifica”. “Il nostro Master – ha spiegato il professore
Francesco Paolo de Ceglia – e’ un unicum nel Sud Italia e per alcuni aspetti potrebbe essere un unicum nel panorama nazionale. Per esercitare la propria cittadinanza attiva e’ necessario avere
una cultura tecnologico scientifico, cioe’ avere competenze necessarie per verificare un’informazione e per comunicarle in qualche modo. Non vogliamo formare scienziati, ma formare persone che siano in grado di verificare le informazioni che ricevono, di comprenderne la portata di senso e che siano in grado di comunicare quello che hanno studiato. Il Master – ha sottolineato
– e’ sostanzialmente una agora’ nella quale si confronteranno persone diverse: comunicatori, ricercatori e imprenditori. Il master e’ articolato in quattro moduli: uno iniziale di fondamenti
della comunicazione scientifico tecnologica, in cui cercheremo di insegnare come si comunica la scienza nei vecchi e nuovi media”.
“Poi – ha aggiunto Francesco Paolo de Ceglia – ci sono tre moduli specialistici: didattica delle scienze, il secondo e’ il modulo di giornalismo scientifico e poi comunicazione e promozione della
ricerca. Questo master ha due formule di frequenza: una prevede che si seguano tutti e quattro i moduli piu’ lo stage finale, in questo caso si conseguira’ il titolo di Master, la seconda formula
prevede che si frequenti il primo dei moduli e uno solo dei moduli di specializzazione. Ed e’ proprio in questa ricchezza della nostra offerta formativa che non vedo competitor a livello nazionale. Vogliamo rivolgerci alla scuola – ha concluso – all’impresa, all’Universita’, ai curiosi e ai comunicatori, per creare ponti”. “Il Master che presentiamo oggi – ha detto Gianluigi de Gennaro, direttore del Centro di Eccellenza per l’Innovazione e la Creativita’ – e’ l’ennesimo prodotto innovativo dell’Universita’”. “L’innovazione – ha detto il presidente dei Giovani di Confindustria Bari e BAT – e’ l’applicazione della ricerca nei sistemi industriali. La visione lungimirante dell’Universita’ – ha continuato – permette di avvicinare e ridurre il gap fra il mondo della ricerca e quello dell’impresa. La ricerca deve essere aperta – ha aggiunto -e deve permettere immediatamente alle imprese di attingere da essa. L’Europa – ha sottolineato – deve essere l’inizio della nostra visione e si puo’ competere solo grazie ai risultati della ricerca. E’ sulle competenze – ha concluso – che oggi si gioca la partita del nostro territorio”.
(ITALPRESS).

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