Completare il potenziamento della legislazione europea per combattere più efficacemente la criminalità organizzata, sempre più attiva su scala sovranazionale, e tutelare il fondamentale ruolo, anche culturale, del giornalismo d’inchiesta. Sono gli obiettivi indicati oggi a Bruxelles dalla conferenza su “Lotta al crimine organizzato: verso una soluzione europea” organizzata presso il Parlamento Europeo dall’eurodeputata di S&D Caterina Chinnici, componente della commissione Libe (Libertà civili, giustizia e affari interni). “Le organizzazioni criminali – ha sottolineato Caterina Chinnici – riescono a sfruttare lacune normative e difetti di coordinamento che purtroppo permangono a livello transnazionale e uno studio del servizio ricerca del Parlamento Europeo ha stimato in 71 miliardi annui il costo causato da questi vuoti nella lotta al crimine organizzato e alla corruzione. Nella scorsa legislatura europea sono stati fatti importanti passi avanti con le nuove norme sul mutuo riconoscimento delle confische anche in assenza di condanna, sul contrasto al riciclaggio, sulle unità di intelligence finanziaria, sulla Procura europea, ma occorre completare questo percorso con un tassello essenziale: una nozione comune europea di gruppo criminale organizzato o di partecipazione in un gruppo criminale organizzato. Si riscontrano ancora approcci molto diversi al fenomeno associativo criminale da parte degli stati membri, mentre per rendere più efficace il contrasto occorre armonizzare i sistemi nazionali adottando una fattispecie giuridica comune europea, ed è questo uno dei miei obiettivi principali in questa legislatura”.
Anche Juan Fernando López Aguilar, presidente della commissione Libe del Parlamento Europeo e già ministro della Giustizia spagnolo, ha posto l’accento sulla necessità di proseguire nello sviluppo delle leggi europee in questo settore: “Le persone hanno diritto alla sicurezza – ha sottolineato – e questa è una responsabilità che dobbiamo onorare”. Secondo Floriana Sipala, capo dell’unità che per la Commissione Europea coordina le politiche in materia di criminalità organizzata e droghe, “serve un’operazione culturale per far capire che non si tratta più di fenomeni circoscritti a questo o quel territorio nazionale e che l’alto rischio di infiltrazione delle organizzazioni criminali in altri segmenti può far sgretolare l’economia legale”. Il tema del modello europeo e sovranazionale è stato sviluppato anche dal magistrato Antonio Balsamo, consulente giuridico della rappresentanza permanente italiana presso la sede Onu a Vienna. “Abbiamo esperienze straordinarie che non passano solo dal nostro paese e che possono essere fondamentali per lo sviluppo dei nostri popoli”, ha detto, soffermandosi poi sulla necessità che all’azione di contrasto si accompagni sempre il rispetto dei diritti fondamentali e anche sull’esigenza di “costruire un diritto alla speranza anche per i familiari delle vittime di mafia, per esempio evitando che ci sia un colpo di spugna sulle stragi di mafia del ’92 e del ‘93, impegno che deve essere prioritario per il legislatore sia italiano che europeo”.
Al tavolo dei relatori anche il cronista e scrittore Paolo Borrometi, vicedirettore dell’Agi e presidente di Articolo21, da anni sotto scorta a causa di minacce subite dopo le sue inchieste giornalistiche sulla criminalità organizzata. Autore del volume “Un morto ogni tanto. La mia battaglia contro la mafia invisibile” e recente vincitore a New York del “Peter Mackler award for courageous and ethical journalism”, Borrometi ha ricevuto nel 2018 anche il Premio “Rocco Chinnici”. Anche per il giornalista siciliano “un’operazione culturale è necessaria, ma se è tuttora difficile in Italia a maggiore ragione lo è in Europa”. Da parte sua un duplice auspicio: “Spero che l’Unione Europea non faccia propria l’abitudine italiana di arrivare alla soluzione solo quando c’è l’emergenza e che un’operazione culturale sia fatta, sì, innanzitutto dal giornalismo, ma con il pieno sostegno delle istituzioni. Sarebbe un grande regalo ai nostri popoli”. Presenti alla conferenza e al dibattito eurodeputati sia italiani che di altri paesi: l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, Sabrina Pignedoli, Dino Giarusso, Luisa Regimenti, Emil Radev, Ramona Strugariu e Bill Newton Dunn. Presente inoltre il giornalista Alberto Spampinato, fratello di Giovanni, cronista del giornale L’Ora assassinato nel 1972.
(ITALPRESS).
UE, CHINNICI “POTENZIARE NORME CONTRO LE MAFIE”
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