Ucraina, Zuppi “Avviare il dialogo per fermare l’escalation”

Italy, Rome, Vatican, 22/09/05. Card. Matteo Zuppi, Archbishop of Bologna and President of the Italian Bishops' Conference (CEI), speaks during press conference presentation of the celebrations for the Feast of St Francis of Assisi (24 September - 5 October), at the Marconi Hall of Vatican Radio. Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), parla durante la conferenza stampa di presentazione delle celebrazioni per la Festa di San Francesco d'Assisi (24 settembre - 5 ottobre), presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. Photograph by Massimiliano MIGLIORATO / Catholic Press Photo (ROME - 2022-09-05, ©Massimiliano MIGLIORATO/CPP / ipa-agency.net) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – “L’importante è capire che il primo passo per la pace può sembrare il più rischioso, ma è quello che porterà alla vera vittoria: la pace nella giustizia”. Lo afferma in un’intervista al quotidiano La Repubblica il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, in merito alla guerra in Ucraina.
“Il Papa ha chiesto a Putin di fermare la spirale di violenza e di morte e a Zelensky di prendere in considerazione serie proposte di pace – aggiunge -. Si tratterà di trovare la via giusta di composizione. Lo ha ricordato l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger: un dialogo, anche solo esplorativo, è essenziale in quest’atmosfera di guerra e nucleare. Ecco. oggi in Ucraina c’è bisogno di avviare il dialogo: fosse anche solo esplorativo, ma va avviato”.
“La grande domanda è che cosa dobbiamo aspettare, forse un’altra tragedia delle dimensioni dell’atomica per fermarci? La guerra ha una logica geometrica terribile – spiega Zuppi -, impone l’idea che la verità non esiste più e che non puoi tornare indietro. Questo è l’inganno del male che ti irretisce e ti trascina in un disegno di morte. Urgente è bloccare l’escalation, non possiamo permettere che l’uso di armi nucleari diventi convenzionale, che si normalizzi. In questo devono giocare un ruolo gli organismi internazionali. Bisogna ricreare nuova fiducia nella composizione pacifica e nel controllo internazionale su eventuali accordi, fiducia che ora non c’è”.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

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