ROMA (ITALPRESS) – La Federazione Italiana Rugby sostiene l’impegno alla tutela dei diritti alla prevenzione e alla cura del tumore al seno e lo fa coinvolgendo la Nazionale Maggiore Femminile a partire dal no-cap match dell’11 febbraio, che ha preso il via alle ore 17 contro la Spagna allo Stadio Baldiri Aleu di Barcellona.
Per l’occasione, prima dell’inizio del match, le atlete hanno svolto un simbolico gesto di autopalpazione del seno, volto a mantenere alta l’attenzione sul tema e ad incoraggiare l’opinione pubblica alla prevenzione per la diagnosi precoce, fondamentale per la corretta individuazione e gestione della malattia. Il gesto potrà poi essere replicato durante alcune delle partite della Nazionale Maggiore Femminile di rugby nel corso dell’anno, oggi ancora in via di definizione.
L’iniziativa, e in generale la campagna, è realizzata dalla FIR con la collaborazione di Europa Donna Italia, Associazione di promozione sociale fondata nel 1994 dall’oncologo Umberto Veronesi e presente oggi in 47 paesi, che si occupa di tutelare i diritti delle donne alla prevenzione e alla cura del tumore al seno, con l’obiettivo di ottenere uguali trattamenti in tutte le nazioni europee.
«Crediamo fortemente in questa iniziativa per due ragioni: è la prima volta che il rugby femminile si impegna ad amplificare da donna a donna i principi che sosteniamo ormai da anni in Italia e in Europa. Il secondo motivo è che “il gesto in campo” rimanda a messaggi ulteriori e approfonditi attraverso i media e i social sulla prevenzione del tumore al seno con l’adesione ai programmi di screening organizzati su tutto il territorio italiano», ha commentato Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia.
In Italia nel 2022 sono stati diagnosticati oltre 55.000 nuovi casi di tumore al seno e ci sono ben 834.000 donne in vita alle quali è stato diagnosticato un tumore al seno.
Il tumore al seno è la patologia oncologica maggiormente diagnosticata nella popolazione italiana con un impatto sul Sistema Sanitario Nazionale di grande rilevanza. Per questo sono state istituite le Breast Unit (Centri di Senologia Multidisciplinare) che, grazie all’expertise necessario, garantiscono una presa in carico della paziente di grande qualità. In questi centri, infatti, è stato riscontrato, in studi dedicati, un tasso di sopravvivenza migliore e del 18% rispetto a centri non specializzati. La diagnosi precoce è uno degli strumenti per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita delle donne: una diagnosi tardiva, purtroppo, può incidere negativamente sulle possibilità di uscita dalla malattia, sul percorso terapeutico molto impegnativo e sulla vita stessa.
– foto screenshot video Federazione Italiana Rugby –
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