WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato di aver licenziato più di una dozzina di dipendenti che in questi ultimi anni hanno lavorato alle azioni penali contro il presidente Donald Trump, muovendosi rapidamente nel perseguire gli avvocati coinvolti nelle indagini e segnalando una rapida volontà di adottare misure favorevoli agli interessi personali del presidente.
Il brusco licenziamento dei procuratori di carriera che hanno lavorato nel team del procuratore speciale Jack Smith è l’ultimo segnale di sconvolgimento all’interno del Dipartimento di Giustizia ed è in linea con la determinazione dell’amministrazione di escludere definitivamente dalla squadra di governo i lavoratori ritenuti sleali nei confronti del presidente.
Il tycoon, in sinergia con il Dipartimento, ha portato avanti una mossa inusuale poichè i procuratori di base per tradizione rimangono nel dipartimento in tutte le amministrazioni presidenziali e non vengano puniti in virtù del loro coinvolgimento in indagini delicate. In questo caso specifico e unico nel suo genere i licenziamenti hanno anche effetto immediato.
“Oggi, il procuratore generale facente funzione James McHenry ha licenziato un certo numero di funzionari che hanno avuto un ruolo significativo nel perseguire il presidente Trump – ha affermato un funzionario del Dipartimento di Giustizia -. Alla luce delle loro azioni, il procuratore generale facente funzione non si fida di questi funzionari per assistere all’attuazione fedele dell’agenda del presidente. Questa azione è coerente con la missione di porre fine alla militarizzazione del governo”.
Non è stato immediatamente chiaro quali procuratori fossero interessati dall’ordine, o quanti di coloro che hanno lavorato alle indagini su Trump fossero rimasti nel dipartimento quando il magnate è entrato in carica la scorsa settimana. Al momento non si sa nemmeno quanti dei procuratori esclusi dall’amministrazione abbiano effettivamente intenzione di contestare i licenziamenti.
L’azione è stata l’ennesimo tentativo da parte di Trump nel voler ribaltare la situazione delle indagini penali che per anni lo hanno perseguitato, a cui hanno fatto seguito diverse incriminazioni che non sono mai andate a processo e sono state infine abbandonate. L’unica eccezione è stato il caso “hush money” di New York, occasione in cui Trump è stato condannato senza subire però alcuna conseguenza.
Nel suo primo giorno in carica Trump ha inoltre concesso la grazia agli oltre 1500 sostenitori accusati della rivolta del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti, un’ingente concessione di clemenza di cui hanno beneficiato anche coloro che sono stati giudicati colpevoli di violenti attacchi alla polizia, nonchè i leader di gruppi di estrema destra condannati per complotti falliti per mantenere il presidente repubblicano al potere.
Trump ha cercato a lungo di esercitare il controllo su un Dipartimento di Giustizia che ha indagato su di lui sia durante il suo primo mandato che negli ultimi quattro anni sotto la guida dell’ex Procuratore Generale Merrick Garland. Ha ripetutamente affermato di aspettarsi lealtà da una comunità di forze dell’ordine addestrata a mettere i fatti, le prove e la legge prima della politica. Si è mosso per piazzare stretti alleati in posizioni di alto livello, inclusa la sostituzione del direttore dell’FBI, Christopher Wray con Kash Patel.
Pam Bondi, scelta da Trump per il ruolo di procuratrice generale, ha dichiarato durante la sua udienza di conferma di questo mese che non si sarebbe occupata di politica, ma non ha escluso la possibilità di indagini sugli avversari di Trump come Jack Smith, che si è invece dimesso dal dipartimento all’inizio di questo mese dopo aver presentato un rapporto in due volumi in merito alle indagini gemelle sugli sforzi di Trump per annullare le elezioni presidenziali del 2020 e il suo accumulo di documenti classificati nella sua tenuta di Mar-a-Lago in Florida. Almeno un altro membro chiave del team, Jay Bratt, si è anche ritirato dal dipartimento questo mese dopo aver prestato servizio come procuratore capo nel caso dei documenti portati via da Trump dalla Casa Bianca.
Sia il caso di interferenza elettorale che l’azione penale basata su documenti classificati sono stati ritirati dal team di Smith dopo la vittoria presidenziale di Trump a novembre, in linea con la politica di lunga data del Dipartimento di Giustizia.
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(ITALPRESS).
Trump licenzia i procuratori che hanno indagato su di lui
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