La Juve ha onorato con generosità e pena – senza pensare al Siviglia – una giornata di campionato influenzata dalle Coppe. Rifiutando l’immagine della Signora Nove Scudetti, ha imparato a battersi con rabbia provinciale, senza raffinatezze, e anche se ha perduto forse definitivamente Pogba non si è abbattuta, ha ritrovato il miracoloso Fagioli e la vittoria firmata anche da Bremer. Mentre il Milan fa la solita figuraccia con lo Spezia, visto che Pioli non si è ancora accorto di non aver forze per un audace turnover. L’Inter di Simone Inzaghi – bistrattato dai vip e dagli opinionisti allo sbaraglio – ha ormai trovato la superiorità che le compete e non fa più (dolorose) differenze fra i due tornei. La Fiorentina si è ritrovata con l’Udinese e medita un colpaccio a Basilea. La Roma ha onorato l’impegno bolognese risparmiando Dybala ma non Abraham e ha rischiato di vincere. Assente dal “secondo campionato” dedicato alla Champions, il Napoli ha sofferto pene arbitrali e due gol del Monza. Ma la sua è davvero un’altra storia.
La Juve – dicevo – ha giocato con una carica di cuore che aiuta anche i muscoli e ce l’ha messa tutta con la Cremonese come se fosse il Siviglia. I colpacci dell’antirossonero Spezia, della rinata Salernitana, del coraggioso Lecce hanno invitato Allegri alla prudenza, non alla rinuncia del gioco offensivo. Non solo. Ormai da tempo i bianconeri si battono come se volessero far cento punti, ovvero conquistare la sicurezza di potersi difendere dalla prossima pena (afflittiva) e restare in corsa Champions. Non sarebbe così audace se pensasse solo al Siviglia. E Allegri non avrebbe giocato Pogba fin dal primo minuto se non avesse pensato al suo pubblico che spesso lo ha fischiato ma nel cuore del dramma lo ha difeso dai suoi detrattori. Adani ne sa qualcosa. E tuttavia la mossa generosa di…riabilitare Pogba è costata cara al giocatore che al 23′ se n’è uscito in lacrime per l’ennesimo problema muscolare. Riscattando con il dolore – siamo in Zona De Amicis – i lunghi mesi di sua mal sopportata assenza.
Il primo tempo è stato praticamente sprecato da una Juve che ha realizzato solo un velleitario quanto inutile possesso palla (75% a 25), il morbo contemporaneo che di solito è patito dai perdenti – vedi ad esempio il Milan a La Spezia (65% a 35) – un’assurda formula rinunciataria se ti manca un Messi. E non funziona con i Chiesa e i Vlahovic di ‘sti tempi. Ma coi Fagioli sì!!! La sua bomba-gol è solo una conferma: la scelta dei giovani paga. Ed è la salvezza del calcio che amiamo, non quello dei milioni dilapidati per palloni gonfiati e bufale esotiche.
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(ITALPRESS).
TRA PALLONI GONFIATI E BUFALE ESOTICHE, FAGIOLI E IL BELLO DEL CALCIO
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