TRA CONI E “SPORT E SALUTE” È SCONTRO TOTALE

Il mondo dello sport italiano si spacca in due. Da una parte il Comitato olimpico nazionale, dall’altra la nuova “Sport e Salute”, società di nomina governativa pensata dall’ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti per dare ulteriore impulso all’attività di base, con un occhio di riguardo ai legami con i mondi della scuola e della salute. Nell’idea del governo gialloverde, “Sport e Salute” e Coni avrebbero dovuto dialogare e cooperare, un tentativo portato avanti per alcuni mesi dalle due parti. Oggi, però, il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò ha alzato bandiera bianca: “Sport e Salute non ha avuto alcun rispetto per il Coni, quindi ognuno ora va per la propria strada”, ha spiegato il presidente del Comitato olimpico nazionale al termine della Giunta odierna, elencando poi nel dettaglio i motivi di una decisione dolorosa, giunta un mese dopo la firma di un accordo di servizio propedeutico al contratto necessario per assicurare al Coni le risorse necessarie.

“Con Sabelli ci siamo incontrati tante volte e lui su ogni cosa mi ha detto: o faccio così o faccio così – ha raccontato Malagò – A inizio agosto ho firmato l’accordo, altrimenti il Coni rischiava il commissariamento, ma avevamo deciso insieme di lasciare in sospeso la questione del marketing. E invece qualche giorno dopo Sport e Salute ci ha inviato una pec per spiegarci come voleva riorganizzare il marketing, dalla A alla Z. Un documento di quattro pagine. Ma la questione non era in sospeso? Non dovevamo sentirci e discuterne? Questo vuol dire che tu non solo non vuoi avere una armoniosa collaborazione, ma proprio non vuoi avere collaborazione”. Ma la questione del marketing non è l’unica ad aver fatto lasciato perplesso Malagò. “Sempre ad agosto, Sport e Salute ci ha comunicato di aver lasciato a disposizione del Coni 20 biglietti per le partite della Roma e 12 per le gare della Lazio – ha rivelato il numero uno dello sport italiano – Questo è un fatto grave, uno sgarbo al Coni. Lo stadio si chiama Olimpico, è stato pagato per intero dal Coni e con una tribuna che si chiama Coni, ma ora atleti e tecnici devono andare ospiti delle due società, che peraltro devo ringraziare per l’assoluta disponibilità”.

Sulla questione biglietti Malagò ha anche rivelato che “Sabelli ha aperto un audit sulla passata gestione, un buco nell’acqua. Al telefono mi ha anche detto che dovevo ringraziarlo per questo, io ho aspettato dieci secondi e poi ho risposto: ‘Sì, ti ringrazio perché ho capito che persona sei’. Noi non utilizzeremo quei pochi tagliandi perché solo in questo modo possiamo dimostrare che il Coni ha dignità”. C’è stata poi una terza cosa, nel mese di agosto, ad aver lasciato basito il presidente del Coni, un’intervista in cui Sabelli ha espresso la propria idea sulle preoccupazioni manifestate dal Comitato olimpico internazionale sulla riforma dello sport italiano attraverso due lettere ufficiali. “È pericoloso anche solo evocare il rischio di non partecipare all’Olimpiade”, aveva dichiarato il presidente di Sport e Salute. “Un’incredibile ingerenza, non ho capito a che titolo parli Sabelli della questione dei rapporti tra Coni e Cio – ha osservato Malagò ribadendo i rischi che sta correndo lo sport italiano – Il Comitato olimpico internazionale ha manifestato dubbi su tre argomenti della legge ed è rimasto molto contrariato per l’approvazione del 6 agosto”.

Per tutti questi motivi, il Coni ha fatto oggi una scelta importante. “Abbiamo preso la decisione di staccarci, di fare un Coni più piccolo, magari ridimensionato, ma con grande dignità e la schiena dritta – ha spiegato Malagò – Ben prima delle recenti questioni governative abbiamo cominciato a individuare una pianta organica nell’ambito delle risorse a disposizione e oggi la Giunta ha approvato un documento: 110 persone verranno distaccate al Coni. Io vado d’accordo anche con i muri, ma serve rispetto per il Comitato e per il mondo dello sport italiano. Da parte di Sport e Salute questo rispetto non c’è stato e per questo, visto il clima creato, suggerisco al presidente Sabelli di trovare un’altra sede visto che Palazzo H è in comodato al Coni fino al 2032, così come lo Stadio dei Marmi. E chiederemo a Sport e Salute anche di cambiare il logo”.

 

Scontro totale, dunque. Arricchito nel tardo pomeriggio dalla replica di Rocco Sabelli, “sorpreso per le inaspettate, ingiustificate e inaccettabili dichiarazioni” di Malagò. Il presidente di Sport e Salute nega le frizioni rivelate dal numero uno del Coni negli ultimi mesi: “Nessuna insoddisfazione o critica erano finora emerse sulla qualità dei rapporti e sul rispetto reciproco che, difatti, avevano consentito la stipula dell’Accordo del 6 agosto scorso”. Sabelli individua poi nella nuova policy sui biglietti dello stadio Olimpico “l’unica motivazione alla base di un così repentino cambio di atteggiamento” di Malagò, negando oltretutto che nell’ultimo mese “ci siano state attività e atti ulteriori”. Per il presidente di Sport e Salute “gli sgradevoli toni usati oggi non modificheranno né rallenteranno l’implementazione dell’accordo del 6 agosto”, ma alla luce dei rilievi avanzati da Malagò il dialogo nel mondo dello sport italiano sembra ora davvero tutto in salita.

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