“È una demolizione che vale la pena di essere festeggiata perché è stata realizzata a regola d’arte, senza un rischio per la popolazione, senza un rischio per la città, senza un filo di inquinamento, anche se qualcuno continuava a ventilarla come ipotesi per remare un po’ contro”. Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine della serata organizzata a Genova per celebrare la fine dei lavori per abbattere ponte Morandi.
All’incontro, organizzato nella centrale Villa Lo Zerbino, hanno partecipato anche il sindaco e commissario alla ricostruzione Marco Bucci, i rappresentanti dell’Ati dei demolitori – costituita dalle aziende Omini, Fagioli e Ireos e guidata da Vittorio Omini – e alcuni dirigenti e tecnici della struttura commissariale.
“Le persone che sono qui – ha commentato ancora il governatore ligure – sono coloro che ci hanno messo non solo la loro capacità di impresa, ma credo anche il cuore e qualche rischio che altri non si sarebbero assunti per arrivare al risultato. È la serata che suggella il fatto che pubblico e privato, quando lavorano insieme, possono fare cose straordinarie”.
Anche per il sindaco-commissario Bucci “è importante festeggiare un bel lavoro. Siamo riusciti a demolire bene il ponte, era un’impresa difficile”. Resta un solo rammarico: “Certamente avrei voluto risparmiare due o tre mesi per inaugurare prima il nuovo ponte”, ha detto riferendosi all’allungamento dei tempi dopo l’allarme amianto scattato sulla pila 8, che è stata demolita con procedure meccaniche anziché con l’esplosivo.
Ora l’altro scoglio da superare è la possibilità di usare parte dei detriti ancora ammassati nell’area di cantiere per il riempimento a mare dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente. Per questo serve una specifica deroga da palazzo Chigi.
“E’ una partita sempre aperta – ha detto Bucci – dal Governo mi aspetto un feedback a breve. Fincantieri comincerà i lavori la prossima primavera, se avremo materiale disponibile vorrei usarlo e metterlo lì”.
“Spesso è il paese che rema contro se stesso – ha concluso Toti – con regole troppo astruse. Anche oggi stiamo discutendo di che tipologia sono quei detriti e come si devono smaltire, siamo noi stessi che creiamo le nostre stesse tagliole. Semplificare la pubblica amministrazione e lasciar fare le cose purché non vietate credo sia il modo migliore di procedere”.
(ITALPRESS)