TOSCANA: PAC, 661 MILIONI GIÀ IMPEGNATI

Sono 41 i bandi finora pubblicati in Toscana, per 661 milioni di euro già impegnati: il 70 per cento di tutte le risorse del programma rurale di sviluppo a disposizione fino al 2020, ovvero 950 milioni. Stamani si è riunito a Firenze il Comitato di sorveglianza del programma per l’approvazione del Rapporto annuale di attuazione 2017 e l’esame di alcune modifiche da apportare, presenti i tecnici della Commissione europea. Si tratta di un buon risultato, tenuto conto della complessità di una programmazione che opera su più misure e in modo integrato lungo nella filiera agricola, una caratteristica a cui la Toscana non vuol rinunciare. E nell’occasione il presidente della Toscana Enrico Rossi, presente ai lavori per tutta la mattina assieme all’assessore all’agricoltura Marco Remaschi, traccia la tabella di marcia per i prossimi mesi. “Dobbiamo impegnarci – dice – per pubblicare quasi tutti i bandi che mancano entro la fine del 2018 e gli ultimi nei primi sei mesi del 2019”. Soppesa l’importanza del settore per l’economia toscana. “L’agricoltura nel 2016 ha ripreso a crescere – aggiunge – e si tratta di un’area fondamentale per lo sviluppo per la regione”. Indica anche le priorità. “Continueremo a puntare sull’innovazione e i progetti integrati di filiera, sul ricambio generazionale del pacchetto Giovanisì ma anche a monitorare i cambiamenti climatici e contrastarli per quanto possiamo”. Poi lo sguardo si allunga a dopo il 2020 e si fa più preoccupato. 

Il tema è quello del paventato taglio delle risorse a disposizione del fondo sociale e delle politiche agricole, con possibili sforbiciate dal 5 al 15 per cento e forse anche più, ma anche della rinazionalizzazione della Pac, con le Regioni relegate ad un ruolo marginale. “C’è comunque ancora tempo perché si recuperi”, confida Rossi. “Le nuove politiche europee potrebbero infatti essere finanziate senza tagliare i fondi per la coesione e senza pesare sulle tasche dei cittadini”. Il presidente della Toscana pensa alle proposte fatte in questi mesi e anche da lui sostenute: la tassa sulla plastica non riciclabile ad esempio e sulle emissioni di Co2, accolta, ma anche quella sulle grandi piattaforme digitali o sulla transazioni e speculazioni finanziare. Quanto alla rinazionalizzazione delle politiche agricole, per Rossi sarebbe un errore. Nella proposta di regolamento illustrata a Bruxelles si prevede per il futuro che ogni Stato membro dovrà individuare la propria autorità di gestione per il piano strategico nazionale, che riguarderà sia il primo che il secondo pilastro. Ogni piano nazionale dovrà indicare come raggiungere i nove obiettivi comuni della Pac e in nome delle semplificazione sarà ridotta l’autonomia delle Regioni, “titolari per Costituzione e per legge – annota il presidente toscano – delle funzioni in materia di agricoltura, ma di fatto in questo modo chiamate a svolgere unicamente il ruolo marginale di organismo intermedio”. 

Tra i numeri al centro della riunione del comitato di sorveglianza di stamani ci sono stati anche quelli relativi ai pagamenti. L’80 per cento delle risorse a disposizione in Toscana è destinata a bandi multi misura: una scelta strategica per una regione, tra le poche in Italia, che favorisce percorsi di aggregazione e integrazione tra più attori della filiera agro alimentare e tra più tipologie di investimenti nell’ambito della stessa azienda agricola. Questo rende le procedure più complesse. Nonostante questo 23 mila domande, per 589 milioni, sono già risultate finanziabili e già sono stati fatti pagamenti, al 31 maggio scorso, per 182 milioni: una soglia che già oggi consente alla Toscana di superare il rischio del disimpegno automatico delle risorse, oltre a guadagnarsi la riserva di performance pari a 57 milioni già conteggiata nei 950 milioni a disposizione ma che sarebbe venuta meno nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi.

 

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