Rilevare quotidianamente le presenze dei bambini e delle bambine nei nidi e negli altri servizi per l’infanzia per consentire l’immediata comunicazione dell’eventuale assenza alla famiglia di appartenenza, se la mancata presenza non è stata preventivamente giustificata. Questo per aiutare a prevenire le “inspiegabili tragedie” che talvolta si verificano a causa dell’involontario abbandono in auto da parte dei genitori. La Regione Toscana, con la modifica del regolamento sui servizi educativi per la prima infanzia che attua il proprio testo unico in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione e lavoro, si pone l’obiettivo di prevenire tali “insopportabili tragedie” e in quest’ottica ha reso obbligatoria la comunicazione alle famiglie delle assenze non preventivamente rese note al servizio per la prima infanzia.
Dal 1 gennaio 2019 l’obbligo riguarderà i vari servizi educativi presenti sul territorio toscano, dai nido d’infanzia agli spazi giochi e agli asili realizzati nei contesti domiciliari. Le rilevazioni potranno essere realizzate con diverse modalità, anche di tipo informatico. Viste le differenze territoriali, le modalità operative saranno disciplinate dai singoli Comuni con propri regolamenti. La Regione supporterà i Comuni nell’attuazione di questa misura.
L’assessore ad Istruzione, formazione e lavoro della Regione Toscana, Cristina Grieco, ha spiegato la novità che sta per interessare il mondo della prima infanzia attraverso una conferenza stampa, svoltasi a Palazzo Strozzi Sacrati, cui hanno partecipato anche il padre di Gaia, la bambina che due anni fa, lasciata inavvertitamente da sola in auto dalla madre, perse la vita a Vada, e la mamma di Giorgia, la bambina che, in una situazione del tutto analoga, lo scorso anno, non ce la fece dopo essere stata lasciata nell’auto dal padre a San Piero a Grado. Entrambi, impegnati in azioni di prevenzione e sensibilizzazione, hanno ringraziato la Regione per la misura adottata. “Quello dell’abbandono dei bambini nelle auto è un problema generalizzato a livello mondiale”, ha esordito l’assessore Grieco. “Si pensi che nei primi otto mesi di quest’anno, quindi in uno scorcio del 2018, circa cinquanta bambini hanno perso la vita, nel mondo, asfissiati o per ipertermia in auto. E si pensi, facendo riferimento ai soli Stati Uniti d’America, che ogni anno quasi quaranta bambini muoiono in media all’anno per questi motivi e quasi tutti hanno meno di tre anni. E’ pertanto, questa, una piaga che non riguarda solo l’Italia o la Toscana. Ma noi, in Toscana, sentiamo particolarmente questo problema, dal momento che gli ultimi decessi di bambini lasciati in auto da genitori inconsapevoli, a livello italiano, si sono verificati, purtroppo, proprio nelle nostre città”.
“Le ragioni delle fatali dimenticanze sono varie e diverse, ma quasi sempre si tratta di mancanza di sonno, stanchezza e stress o di variazioni nella routine quotidiana che possono influire sul comportamento anche del più premuroso ed attento dei genitori”, ha aggiunto l’assessore regionale. Che ha precisato: “Parallelamente all’approvazione della legge nazionale che obbliga le case automobilistiche a prevedere nelle auto seggiolini con innovazioni tecnologiche utili a rilevare l’abbandono dei bambini, che ha avuto il via libera anche dal Senato, come Regione abbiamo agito per ridurre l’eventualità di queste tragiche amnesie. A livello regionale, siamo i primi a farlo in Italia”. L’obbligo di comunicare le assenze impreviste e non preventivamente rese note al servizio per la prima infanzia sarà operativo dal 1 gennaio 2019. I Comuni sono chiamati ad individuare le modalità operative del servizio e il numero delle famiglie coinvolte.
L’azione regionale, in ogni caso, non si limiterà ad introdurre l’obbligo di segnalazione. In concomitanza con l’avvio del nuovo anno educativo, infatti, sta partendo anche un’azione di sensibilizzazione verso le famiglie dei bambini iscritti agli asili nido. In quest’ottica è stato realizzato un opuscolo in cui vengono illustrate le soluzioni utili ad impedire le dimenticanze. Il tutto perché, come conclude l’assessore, “l’obiettivo finale non è ridurre ma azzerare questo genere di pericolo per i bambini da zero a tre anni”.