Stop alle plastiche monouso nelle scuole, ai concerti, agli eventi culturali e ludici, nelle biblioteche ma anche nelle mense degli ospedali, delle case di cura e della salute, e in novecento stabilimenti balneari dal confine con la Liguria alla Maremma (che saranno “liberati” anche dalle cicche di sigaretta). Il Consiglio regionale della Toscana, su proposta dell’assessore Vittorio Bugli, anticipa l’Europa – che ha messo la plastica al bando dal 2021 – e oggi approva un provvedimento per una Toscana “plastic free”. La legge, che bandisce già dall’inizio di luglio i prodotti monouso e inquinanti, è stata approvata con 30 voti favorevoli e 3 astenuti, e con il Movimento 5 Stelle che ha chiesto di estendere il divieto a ogni tipo di evento, e con Forza Italia che invece ha denunciato che “questa legge non tiene in considerazione le aziende che producono plastica e che hanno i magazzini pieni. Noi ci siamo astenuti oggi in aula in quanto riteniamo che la Toscana abbia affrontato la questione in modo frettoloso e superficiale, senza pensare alle ricadute occupazionali e imprenditoriali che la norma ha sulla società toscana. Per questo siamo a chiedere che la Regione stanzi dei fondi per le aziende del distretto toscano che produce plastica ‘usa e getta’, in modo da favorire la loro riconversione industriale, cambiando macchinari e linee di produzione”, dicono i consiglieri Marco Stella e Maurizio Marchetti.
A vigilare sul rispetto delle nuove regole saranno gli agenti di polizia municipale dei singoli Comuni e le multe, come ha ricordato in aula Bugli, varieranno tra i 1,000 e i 3,000 euro. La svolta ecologica ed ambientalista, dopo che la Regione Toscana aveva già fatto da apripista sulla raccolti dei rifiuti in mare con il progetto “Arcipelago Pulito”, consentendo ai pescatori di portare a riva (senza esserne più responsabili) i rifiuti tirati su con le reti, non comprenderà per adesso le sole bottigliette in plastica. Per ora infatti c’è una sola azienda in Italia che le produce in materiale ecologico: con un divieto si creerebbe un monopolio, con un danno peraltro che subirebbero anche da aziende locali. Tutto è rinviato in questo caso al 2020: intanto però, trovando un accordo con le imprese, si potrebbe iniziare con alcune sperimentazioni, magari con la fornitura di distributori d’acqua da riempire con borracce lavabili e riutilizzabili. In alcuni bagni del Forte dei Marmi già si fa.
Il problema della plastica in mare è enorme e bastano pochi numeri per capirlo: si stima che ogni anno vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastiche e che da qui al 2050 la cifra, se non cambierà qualcosa, rischia di raddoppiare. Soddisfazione da parte di Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente commissione Ambiente e Monia Monni, vicecapogruppo Pd e promotrice del pacchetto economia circolare. “Ci tengo a sottolineare il carattere di indirizzo politico che emerge da queste novità, ovvero la volontà di mettere in legge una buona pratica, quella di evitare di produrre rifiuti in plastica. – ha dichiarato Baccelli – Una circostanza quanto mai necessaria in un contesto dove sempre più chiaramente l’inquinamento da plastica si configura come un’emergenza non solo nazionale ma mondiale. Importante che la legge sia passata in aula oggi, per consentire ai comuni di predisporre gli atti di competenza e alla Regione di avviare un’opportuna campagna comunicativa per sensibilizzare i cittadini. Le nuove disposizioni rappresentano un passaggio cruciale quindi per proseguire il percorso ‘plastic free’ già ben intrapreso dalla Toscana”.
“La Toscana sarà la prima regione d’Italia ad anticipare la direttiva europea sulle plastiche monouso, rispondendo con concretezza ad una sensibilità crescente e scegliendo la strada della transizione verde. – ha fatto presente Monni – Questo percorso nasce dalla condivisione di questi propositi con Anci e associazioni di categoria e coinvolgerà circa 900 stabilimenti balneari. Da settembre il divieto coinvolgerà tutti gli edifici regionali, compresi gli ospedali, e tutte quelle iniziative, fiere, sagre e feste, organizzate o finanziate, anche solo in parte, dalla Regione. In questa fase dobbiamo aprire ad una svolta che coinvolgerà il settore della produzione, chiamato ad orientarsi con sempre più velocità verso prodotti biodegradabili. Noi stiamo facendo la nostra parte come Regione Toscana ma lo stesso deve fare il Governo che sul tema dell’economia circolare nicchia, come dimostra l’inciampo sul tema dell’end of waste che rischia di bloccare innovazione e filiere green. Mi piace ricordare il fatto che non siamo davanti ad una possibilità, ma al contrario ad una necessità per consegnare un pianeta diverso alle nostre figlie e ai nostri figli”.