Tortu “Lo sport mi fa sentire me stesso, non è sacrificio”

ROMA (ITALPRESS) – Filippo Tortu è stato il protagonista del primo incontro dell’iniziativa “Quando lo sport ti fa più nobile”, organizzata da Athletica Vaticana. Un dialogo con il Cardinale Josè Tolentino de Mendonca, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, tenutosi presso la Sala Marconi di Palazzo Pio, per parlare di come lo sport sia anche cultura. Lo spunto da cui partire, ovviamente, non può che essere l’oro ottenuto nella staffetta 4×100. Un oro il cui merito, dal punto di vista di Tortu, ultimo frazionista, risale anche da una delusione cocente: “Dopo quanto accaduto nella mia gara (settimo posto nella propria semifinale dei 100 metri) ho capito che la cosa più importante era stato l’aver dato tutto me stesso, l’essere orgoglioso di aver dato tutto per essere lì in quel momento. E questo mi ha aiutato poi nella gara successiva ad andare ancora più veloce e per fortuna è andata bene”. L’atleta in quanto tale vive il dualismo di uno sport individuale che è però espressione del lavoro di molte persone (“Devi avere la responsabilità di capire che se vai male, non vai male solo tu, ma vanifichi anche il lavoro di altre persone”).
Tra queste, per Tortu c’è sicuramente il padre Salvino, che è anche il suo allenatore: “Avere il tecnico dentro casa è molto rischioso. Mi ha sempre messo davanti alla possibilità di sbagliare. Mi ha detto che se volevo praticare questo lavoro dovevo fare delle scelte: io ho scelto di seguire ‘la retta vià”. Uno stile di vita adeguato, infatti, non solo ha effetti positivi sulla prestazione, ma rientra nelle “sacre” regole della pratica sportiva. Regole che però Tortu non ama definire “sacrifici”: “Logicamente il sacrificio c’è, ma già prima di iniziare sai che è così, è la strada che hai scelto di percorrere. Se non sei disposto a sacrificare gran parte della tua vita vuol dire che non è questo il tuo lavoro. Non reputo veri sportivi quelli che al di fuori del campo o della pista hanno una vita sregolata: puoi essere il miglior corridore della storia, ma per me non sei uno sportivo. C’è una grossa differenza tra chi vive lo sport e chi lo pratica. Secondo me, se uno non vive lo sport seguendo le sue regole, non sarà mai la miglior versione di sè stesso”, ha concluso Tortu.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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