Torna G4GRETA per favorire l’ingresso delle studentesse nei lavori STEM

ROMA (ITALPRESS) – Studiare informatica e coding per promuovere la sostenibilità ambientale e l’imprenditorialità femminile. E’ la ricetta di G4GRETA (“Girls for Green Technology Applications”), programma formativo che l’Università La Sapienza di Roma, EY e EY Foundation sostengono per aiutare le studentesse liceali di Roma e del Lazio a creare competenze trasversali in uno scenario occupazionale dominato dall’avvento dell’AI (intelligenza artificiale). La tecnologia è una risorsa in continuo sviluppo e imprescindibile oggigiorno per le economie mondiali, a condizione però che sia utilizzata con un’etica sostenibile e inclusiva. L’avvento dell’AI, infatti, rischia di aumentare il gender gap soprattutto nel settore STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics) in quanto oggi la maggior parte delle professioni scientifiche e tecnologiche restano ancora ricoperte da uomini professionisti.
Per contrastare questo fenomeno, il progetto G4GRETA, giunto alla sua terza edizione, propone di ripartire dalla formazione delle adolescenti per creare consapevolezza intorno alle materie tecnico-scientifiche e supportare le pari opportunità. Un percorso che le avvicina, attraverso laboratori pratici di programmazione informatica e allo sviluppo di app green, a lauree e percorsi di studio associati prevalentemente all’universo maschile, ma che oggi richiedono di essere intrapresi il prima possibile senza distinzioni tra generi.
Ripensare a una tecnologia inclusiva: il 55% delle immatricolazioni universitarie STEM riguarda le donne, ma l’AI parla all’universo maschile La formazione delle giovani donne si pone come un’urgenza del Paese per incentivare l’occupazione femminile e ridurre il divario di genere nei settori tecnologici, soprattutto in quelli appena emersi grazie all’avvento dell’intelligenza artificiale.
Come spiegato dal Fondo Monetario Internazionale nel paper “Gen-AI: Artificial Intelligence and the Future of Work” il 40% dell’occupazione globale è esposta all’intelligenza artificiale, con il rischio che queste nuove tecnologie amplifichino le disuguaglianze. E’ una proiezione verosimile se si considera che le donne non sono solo sottorappresentate nel mercato del lavoro in generale, ma nell’area STEM in particolare: sebbene costituiscano il 55% degli studenti immatricolati in università italiane, l’accesso ai corsi di laurea in questo campo è ancora una prerogativa prevalentemente maschile. Due terzi degli studenti sono uomini, così come oltre i tre quarti del personale docente (la quota maschile di professori e ricercatori arriva al 75% per informatica e all’80% per ingegneria industriale).
Inoltre, secondo il rapporto sull’occupazione femminile di dicembre 2023 della Camera dei Deputati, la scarsa partecipazione della popolazione femminile al mondo del lavoro è ascrivibile anche alla bassa quota di lauree in materie STEM tra le donne laureate. Un appuntamento mancato per tante lavoratrici, considerando che le maggiori opportunità occupazionali riguardano principalmente profili ad alta qualifica, in particolare legati all’area della sicurezza informatica, all’analisi e alla gestione dei dati.
In generale, secondo le recenti stime EY, main partner del progetto, la domanda di lavoro in Italia crescerà complessivamente fino al 2023 e, a livello delle singole professioni, secondo il modello predittivo ci sarà un cambiamento significativo della domanda di lavoro che riguarderà circa l’80% delle professioni in corrispondenza con l’adozione sempre più diffusa di soluzioni di AI generativa e robotica avanzata. Il problema del labour shortage, carenza di manodopera, dunque, tenderà ad aumentare, sia in funzione dell’aumento netto della domanda sia in funzione della trasformazione della domanda per la maggior parte delle professioni. E’ previsto, inoltre, un aumento del fenomeno del mismatch, il disallineamento tra le competenze richieste dai datori di lavoro e quelle possedute da chi esce dai percorsi d’istruzione o dalla forza lavoro. In particolare, l’indice di mismatch dei laureati in ingresso nel mercato del lavoro crescerà in modo pronunciato per le discipline STEM. L’avanzamento accelerato dell’innovazione tecnologica e la mancanza di un tempestivo aggiornamento delle competenze contribuiscono all’aumento del mismatch anche per chi ha già acquisito competenze tecniche specifiche, a rischio obsolescenza.
Cos’è G4GRETA: un programma specifico per future lavoratrici G4GRETA è un progetto didattico ideato da Paola Velardi, docente d’Informatica presso l’Università La Sapienza di Roma e promosso dal Dipartimento di Informatica e dal Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale della Sapienza.
Inaugurato nel 2023, alla sua prima edizione G4GRETA ha ricevuto il sostegno della Regione Lazio e di Lazio Innova, società in house che investe nella ricerca e facilita il trasferimento tecnologico finanziando progetti innovativi. Fin dalla prima edizione G4GRETA incrocia tre grandi tematiche: la transizione ecologica, la rivoluzione digitale e il gender empowerment. L’obiettivo del progetto è appassionare il maggior numero di ragazze all’uso delle tecnologie dell’ICT (Information and Communication Technology) mostrando come queste tecnologie siano di grande supporto alla sostenibilità ambientale.
Durante le prime due edizioni del progetto didattico, G4GRETA ha coinvolto circa 400 studentesse delle scuole di Roma e del Lazio per aderire al progetto. “L’Italia è un paese in forte ritardo sul digitale proprio perchè le ragazze non si iscrivono ai corsi d’informatica”, spiega la professoressa Paola Velardi, ideatrice di G4GRETA, “Soltanto il 10-15% delle ragazze ha oggi competenze informatiche. Un dato che rallenta lo sviluppo economico del nostro Paese ed è un problema anche per le donne, perchè in questo modo non riescono ad accedere a posizioni ben pagate e molto ricercate nel mercato del lavoro, in particolare in questo periodo dominato dalle tecnologie e dell’AI”.
“Abbattere i pregiudizi che ancora scoraggiano le ragazze dall’intraprendere professioni STEM è una necessità non solo per una questione di genere, ma anche per aumentare la competitività del Paese e aumentare l’occupazione femminile. In questo contesto, risulta determinante rafforzare la fiducia delle studentesse delle scuole nelle loro competenze STEM in modo da orientarle verso questi studi prima della scelta dell’università”, commenta Tiziana dell’Orto, Segretario Generale, EY Foundation.
L’intento del progetto è anche quello di creare le condizioni perchè le ragazze ancora in età adolescenziale abbiano la possibilità di avvicinarsi senza pregiudizi alle materie STEM, cambiando la loro percezione sull’informatica e il loro punto di vista sulle materie tecnico-scientifiche, potendosi confrontare con dei role model da cui apprendere. Tra queste c’è Sharon Di Nepi, partner del Technology Consulting e Digital Engineering Italy Leader di EY: “Siamo state tutte fin da subito entusiaste del progetto – commenta – che rappresenta un cambio di paradigma rispetto alle iniziative tipicamente portate avanti dalle società, con obiettivi di breve termine per affrontare i temi del gender gap. Rivolgendosi a delle giovanissime, con G4Greta si creano le basi per generare una nuova consapevolezza sulle potenzialità delle materie ICT ponendo inoltre le condizioni per un miglioramento strutturale della presenza delle donne nelle facoltà scientifiche e conseguentemente nelle professioni tecnologiche così richieste oggi”.
L’edizione 2024-2025 di G4GRETA avrà inizio il prossimo 12 novembre e sono decine le scuole che hanno manifestato interesse per promuovere l’iniziativa tra le loro alunne nel Lazio. Si va dai principi del coding e alla maggiore consapevolezza sulle questioni ambientali, e poi attività per rafforzare le soft skills, come team building, team working, public speaking, self promoting e social networking. “Come risultato del progetto, tutte le partecipanti devono realizzare delle app green che aiutino la sostenibilità ambientale”, spiega Paola Velardi.
Durante l’iniziativa le partecipanti imparano infatti a progettare app per cellulari e creano, con l’aiuto di tutor e docenti universitari de La Sapienza, dei prototipi di app ispirandosi a tematiche green. Dalla fase di brainstorming, alla creazione del prototipo di un’app, fino alla promozione del progetto via public speaking e reel social, tutto il lavoro svolto dalle partecipanti è finalizzato a incentivare l’autodeterminazione femminile: le ragazze sono chiamate a esporre a fine progetto le proprie idee in un contest davanti ad una giuria di aziende, enti pubblici ed associazioni del territorio. Tre i team saranno premiati, come in ogni edizione, per aver sviluppato le app più innovative, sostenibili e inclusive.

– foto ufficio stampa EY –
(ITALPRESS).

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