TORINO (ITALPRESS) – L’incauta installazione di una cassaforte in un attico in ristrutturazione. Sarebbe questa la causa scatenante del rogo che dalle 10.30 sta distruggendo un intero isolato a Torino, proprio davanti alla stazione di Porta Nuova. Cinque feriti lievissimi, curati sul posto e soprattutto un centinaio di sfollati. La dinamica, che Italpress è in grado di ricostruire grazie a testimonianze qualificate, sarebbe chiarissima anche ai vigili del fuoco e ai carabinieri. Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che un fabbro – nel corso dell’installazione di una cassaforte, e delle relative strutture di ancoraggio ai muri – utilizzando una saldatrice avrebbe surriscaldato le strutture portanti in legno del tetto dell’attico realizzato nell’ex Jolly Hotel Ligure di piazza Carlo Felice. L’artigiano avrebbe prima bucato un muro, e poi surriscaldato l’aria sotto la copertura della casa, tanto da innescare una combustione spontanea dei sostegni del tetto, tutti in legno e secchi a causa della lunga siccità. Nell’attico lavorava anche un’impresa che stava installando i serramenti, e che sarebbe intervenuta in soccorso dell’artigiano, utilizzando le manichette d’emergenza e gli estintori presenti nei balconi attorno all’attico. Le fiamme un po’ alla volta hanno iniziato a ‘mangiare’ le strutture di sostegno del tetto. Questo nonostante fossero di recente fattura, poiché la trasformazione del noto albergo, autorizzata nel 2012 dal Comune, si è conclusa un paio d’anni fa ed era stata eseguita a regola d’arte. Molte unità dell’immobile erano però ancora invendute, tra cui uno dei due attici che solo recentemente avrebbe trovato un compratore. Le fiamme non si sono fermate all’area dell’attico, e nonostante l’arrivo di molti mezzi dei vigili del fuoco, hanno continuato a espandersi agli altri edifici che compongono l’intero isolato compreso tra corso Vittorio e piazza Lagrange, uno dei più esclusivi di Torino.
Nel primo pomeriggio così la colonna di fumo era ancora densa e scura, e uno alla volta i lucernai dei sottotetti hanno preso fuoco, nonostante l’impegno dei pompieri. Sono anche state udite due esplosioni, forse bombole del gas, una dinamica identica a quella che proprio a Torino nei giorni scorsi aveva portato alla morte di un bambino in seguito all’esplosione di una palazzina in periferia. L’impresa, che oggi non era attiva in cantiere, ha comunque messo a disposizione una sua piattaforma mobile, che si è aggiunta a quelle utilizzate dai vigili del fuoco. Con il passare delle ore la situazione non è andata migliorando, e la paura dei residenti si è sostituita allo sconcerto. Serviranno anni di perizie e udienze per chiarire le responsabilità.
“L’edificio è in sicurezza”, ha spiegato Agatino Carrolo, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Torino, facendo il punto della situazione sul rogo che da stamane sta devastando un isolato di piazza Carlo Felice a Torino. “E’ stato un incendio complicato per le condizioni in cui è avvenuto. E’ bruciato un tetto la cui altezza è di 22 metri. E’ bruciata una superficie di circa 1.800 mq. L’incendio in questo momento è stato bloccato ma non vuol dire che sia stato spento. Continueranno le operazioni in serata con gli ultimi focolai che rimangono e la messa in sicurezza della copertura”, ha proseguito. Domani, a rogo spento si cercherà di risalire alle cause. “La morfologia del tetto ha consentito che il fuoco si propagasse in orizzontale e non lungo la verticale dell’edificio”, ha solo spiegato Carrolo.