ROMA (ITALPRESS) – Questa mattina alle 10.10 due enormi gru, già utilizzate per lo smontaggio del Ponte Morandi, hanno sollevato a circa 50 metri di altezza dal suolo sulle pile 5 e 6 la prima campata del nuovo viadotto, lunga 50 metri e pesante 500 tonnellate. È la prima parte di impalcato a comparire sullo skyline della Valpolcevera e costituirà, insieme alle altre 18 che saranno varate nei prossimi mesi, il nuovo ponte realizzato da Salini Impregilo e Fincantieri Infrastructure (società del gruppo Fincantieri) attraverso la società Pergenova.
L’evento si è tenuto alla presenza del Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, del Commissario delegato per l’emergenza di Ponte Morandi e Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, del Commissario straordinario per la ricostruzione e Sindaco di Genova, Marco Bucci, dell’amministratore delegato di Salini Impregilo, Pietro Salini, del presidente di Fincantieri Giampiero Massolo e dell’amministratore delegato Giuseppe Bono. Insieme a loro l’architetto e Senatore a vita Renzo Piano, che ha firmato il progetto dell’opera, e l’Arcivescovo Metropolita di Genova Cardinale Angelo Bagnasco. Una cerimonia dall’elevato valore simbolico, perché ha unito il ricordo della tragedia del 14 agosto 2018, quando 43 persone persero la vita per il crollo del ponte Morandi, all’immagine del nuovo ponte in costruzione. «Abbiamo tenuto fede a una promessa fatta meno di dodici mesi fa – dice Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri – lavorare bene, lavorare in fretta. L’abbiamo fatto come atto di riconoscenza per una città che consideriamo casa, siamo un’azienda genovese, e abbiamo questa terra nel nostro DNA. A questo ponte sta lavorando tutta l’Italia. L’obiettivo è restituire alla città e al Paese un’infrastruttura nevralgica in tempi record". «Siamo di fronte a un’opera molto simbolica – continua Pietro Salini -prodotto di uno spirito di iniziativa collettivo, un’esperienza di collaborazione che da oggi vorremmo chiamare Cantiere Italia, perché ci piacerebbe considerarla come un modello da esportare al resto del paese per far ripartire le infrastrutture. Questo è considerato il paese dei cantieri bloccati, abbiamo 36 miliardi di opere bloccate in Italia e con esse il lavoro, lo sviluppo, la crescita dei giovani. Ma quest’opera dimostra che in Italia le infrastrutture si possono fare. E che si possono fare in modo veloce e trasparente mantenendo una altissima qualità. Genova diventa così un simbolo e un precedente per il resto del paese. Quello che costruiremo – ha proseguito Salini – è un ponte ipertecnologico, sostenibile perché capace di autoalimentarsi, sicuro, consegnato alla cittadinanza in tempi record, e realizzato nel primo cantiere al mondo totalmente trasparente, con webcam attive 24 ore su 24, sette giorni su sette. Un cantiere che abbiamo deciso di aprire ai ragazzi, con visite delle scuole primarie e secondarie di Genova, e alla cittadinanza, che grazie allo Spazio Ponte, mostra permanente allestita nel Porto Antico, potrà partecipare alla costruzione di questa bellissima infrastruttura».
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