La “pace” per Tim “è auspicabile, non impossibile. Spero che gli azionisti si parlino. Vorrei però chiarire che il consiglio è la struttura di gestione, non siamo azionisti e non possiamo accettare certe intemperanze. Tim non può permetterselo. Per le sfide industriali e di mercato che abbiamo davanti dare stabilità e continuità è fondamentale”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il presidente di Tim Fulvio Conti.
Gestire il Cda “è complicato ma non impossibile. In consiglio abbiamo 15 consiglieri di cui 12 indipendenti, anche se di liste distinte, di grandissima esperienza e professionalità e se la minoranza diventa inquieta è impegnativo per il presidente gestire la riunione”, spiega Conti, che sulle accuse di Vivendi a Elliott di aver portato una cattiva governance nel gruppo e distrutto valore, sottolinea: “Mi rendo conto che la governance è diventato il tema dei temi per Vivendi, che forse nutre desideri di rivincita. Il vero problema è lavorare a un nuovo piano e costruire una linea strategica di sviluppo che sia realizzabile e positiva in un contesto di mercato difficile”.
Rispondendo poi a una domanda sulla rete, il presidente di Tim afferma: “Credo che a livello di sistema Paese ci sia bisogno di avere per efficienza generale una rete unica e, per consentire al mercato di essere trasparente, un buon sistema di regolazione. Poi sulla proprietà possiamo discutere ma Tim vuole mantenere una quota importante di questo sviluppo. La rete è fondamentale e nessuno è in grado di gestirla meglio di Tim”.