Sono cinque le regioni italiane che si collocano nell’area definita ad “alto livello di potenziale infiltrazione terroristica”, secondo l’Italian Terrorism Infiltration Index 2019 ideato dall’Istituto Demoskopika.
La Lombardia, con il massimo punteggio, pari a 10, si conferma, per il terzo anno consecutivo in cima all’Italian Terrorism Infiltration Index, distanziata di poco dal Lazio con 9,45 punti. Seguono, nell’area “rossa”, Emilia Romagna (4,26 punti) che fa un balzo in avanti rispetto allo scorso anno e, infine, Piemonte (4,10 punti) che, cedendo il posto all’Emilia Romagna, retrocede di una posizione. New entry, nell’area più a rischio, la Campania (4,09 punti). Quattro gli indicatori ritenuti “sensibili” da Demoskopika per tracciare la mappa delle regioni più a rischio potenziale di infiltrazione terroristica: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in territorio italiano estrapolati dal Global Terrorism Database dell’università del Maryland, gli stranieri residenti in Italia provenienti dai primi cinque paesi considerati la top five del terrore dall’Institute for Economics and Peace nello studio “Global Terrorism Index 2019” e il numero dei visitatori nei musei italiani.
Le rimanenti realtà regionali, seppur con perfomance differenti, si sono posizionate nelle due aree che presentano un livello medio-basso di rischio potenziale: Liguria (1,66 punti) che migliora la sua condizione uscendo dall’area di “rischio intermedio” rispetto allo scorso anno. A seguire Sicilia (1,49 punti), Calabria (1,15 punti), Sardegna (1,12 punti), Friuli Venezia Giulia (0,99 punti). In coda, tra le meno a rischio si posizionano Puglia (0,91 punti), Umbria (0,62 punti), Abruzzo (0,42 punti), Basilicata (0,13 punti) e, infine, Molise (0,12 punti).
(ITALPRESS).
TERRORISMO, IN SICILIA RESTA BASSO IL RISCHIO INFILTRAZIONI
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