TENSIONI A MARCIA “NO TAV”, 46 DENUNCE

Momenti di tensione, con lanci di petardi e bombe carta contro le forze dell’ordine, sono stati registrati in Val di Susa, per la manifestazione dei No Tav, che dopo avere forzato la zona rossa in più punti sono arrivati al cantiere della Torino-Lione. Non si sono registrati feriti. E alla fine sono stati complessivamente 46 gli attivisti identificati e denunciati dalla polizia, anche se il numero potrebbe ancora salire. Tra i denunciati ci sono anche alcuni esponenti del centro sociale Askatasuna.

Il corteo No Tav aveva preso il via nel primo pomeriggio. Ad aprire la marcia, partita da Venaus e diretta al cantiere di Chiomonte, uno striscione con la scritta: “La valle che resiste – No Tav”. Centinaia di manifestanti, scandendo slogan contro la Tav, si sono messi in marcia verso l’abitato di Giaglione, sotto la pioggia. Un violento acquazzone ha infangato i sentieri ed ha provocato anche una frana vicino al campeggio del Festival Alta Felicità, senza per questo scoraggiare i manifestanti.

Poi, durante il corteo, alcuni attivisti hanno cercato di aggirare la cancellata posta dalle forze dell’ordine a sbarramento del sentiero che dall’abitato di Giaglione conduce al cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. Un gruppo di attivisti No Tav ha lanciato sassi e la polizia è intervenuta con i lacrimogeni. La zona e’ stata invasa dal fumo. I tafferugli sono scoppiati dopo che per tre ore la manifestazione si era svolta in maniera pacifica. E si sono ripetuti lungo la marcia fino al cantiere.

Alcuni No Tav sono riusciti ad aprire un varco nella pesante cancellata posta a sbarramento del sentiero, varcando la zona rossa. Poi, hanno sfondato anche un secondo sbarramento, arrivando fino al cantiere.
“Avevamo detto che saremmo arrivati al cantiere e l’abbiamo fatto, noi No Tav rispettiamo sempre le promesse! Adesso stiamo tornando al presidio di Venaus!”, si legge sull’account Facebook Notavinfo.

Ma secondo la Questura di Torino, nessuno è riuscito ad avvicinarsi al cantiere. La manifestazione No Tav di oggi pomeriggio in Valle di Susa “e’ stata gestita con pacatezza e rigore, senza momenti di eccessiva criticita’”. E’ quanto precisa una nota della Questura di Torino, che aggiunge: “Alcuni facinorosi hanno forzato un cancello di protezione usando persino flessibili e fiamme ossidriche, ma nessun manifestante e’ riuscito ad avvicinarsi all’area del cantiere”. La polizia, “ha disperso con lacrimogeni e idranti i ripetuti assalti dei facinorosi, che hanno cercato piu’ volte e in piu’ punti di superare la recinzione difensiva del cantiere con ripetuti lanci di pietre e petardi e oltre 40 bombe carta”.

“Ho seguito in contatto con il Prefetto l’andamento di questa giornata e voglio ringraziarlo insieme al Questore e a tutte le forze dell’ordine per il loro prezioso lavoro”, sottolinea in una nota il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sulla manifestazione No Tav di oggi in Valsusa.

“La lettera di conferma alla Tav che doveva partire dal Governo per Bruxelles è partita – aggiunge il presidente Cirio – e questo è ciò che conta, perché da questo momento l’opera è diventata irrevocabile. Se poi qualcuno a Roma ha ancora tempo da perdere per un ennesimo dibattito parlamentare, il cui esito è scontato a favore della Tav, lo faccia. Ma senza che questo significhi far tardare l’opera anche di un solo giorno, perché di tempo il Piemonte e l’Italia ne hanno già perso troppo”.

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