Sull’energia del futuro l’Italia deve cambiare davvero rotta

di Raffaele Bonanni

Nei giorni scorsi presso la reggia di Venaria si è svolto l’incontro sui temi ambientali ed energetici con la partecipazione dei rappresentanti dei paesi del G7, ma anche di delegazioni della Commissione Europea e di alcuni Paesi esterni. Si è trattato della prima occasione per i Paesi delle sette economie più forti del mondo di sedersi allo stesso tavolo per discutere su quali debbano essere le prossime mosse da mettere in atto per promuovere nuove politiche ambientali ed energetiche. Il punto cruciale è stato come accelerare il processo di decarbonizzazione nei vari settori economici, pur dovendo soddisfare la crescente domanda elettrica domestica e quelle delle produzioni che ne hanno accresciuto l’esigenza a causa del boom delle nuove tecnologie digitali, rese ancora più pervasive in ogni attività umana dal mercato dell’intelligenza artificiale. Dopo serrati dibattiti e approfondimenti scientifici, i rappresentanti delle economie più avanzate del pianeta hanno sottoscritto una dichiarazione finale comune. L’orientamento adottato ha rivolto l’interesse al raggiungimento del “phase out” dell’utilizzo energetico del carbone (ad eccezione di quelle infrastrutture dotate di sistemi di cattura della CO2) entro il 2030. Entro il 2040, in tutte le altre regioni, in via di sviluppo, si è considerata la programmazione dell’aumento considerevole della produzione elettrica da fonti rinnovabili con relativa capacità degli accumuli, la promozione di iniziative di ricerca e di sviluppo sull’utilizzo dell’energia nucleare, comprese quelle da fusione. Insomma, si vuole cogliere il risultato della riduzione del 75% delle emissioni globali, rendendo progressivamente superfluo l’utilizzo delle fonti fossili reso necessario dai ritardi della tabella di marcia per risolvere i nodi ambientali, così come provvedere a uscire definitivamente dalla dipendenza del gas con le implicazioni di ordine economico e della sicurezza. La guerra ibrida del gas freddamente mossa per assoggettare gli europei, alimentare inflazione e scombussolare le economie dei Paesi europei, spingono verso scelte più razionali e cooperative per un piano rivolto alla ricerca per la produzione delle tecnologie del fotovoltaico ed eolico, investimenti nel nucleare quale energia stabile per sostituire il gas ed altre energie fossili. Il G7 ha dedicato attenzione anche alla drammatica crisi idrica globale e al rafforzamento del modello di economia circolare, fondamentale per ridurre la pressione sulle risorse primarie. Dunque dalla reale azione futura su questi propositi, si giocano le partite più importanti per l’ecologia, ma anche della solidità economica e sicurezza del mondo libero. Troppi sono i segnali di un assedio dalle varie connotazioni alle nostre comunità nazionali, programmato da parte di alcuni Paesi produttori di energie fossili e la risposta non potrà mancare. Soprattutto l’Italia dovrà rivedere molti comportamenti autolesionisti. Ad esempio cancellare l’errore grave della dismissione della energia nucleare. Unici tra i Paesi industriali a dismetterla, ci siamo esposti alla perdita di competitività, al rialzo esorbitante dei costi del gas, dell’inflazione, della sicurezza nazionale. L’esperienza fatta si spera ci spinga stavolta a cambiare davvero rotta.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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