“Attualmente l’Africa ha più di un miliardo di abitanti, che diventeranno due miliardi nel 2050 e 4 miliardi nel 2100 secondo le stime dei demografi. La sfida del nostro tempo è fare in modo che le centinaia di milioni di giovani africani che entreranno nel mercato del lavoro nei prossimi anni non siano costretti a emigrare in Europa. Fra il 2014 e il 2017, cioè nei quattro anni in cui è stato più attivo il flusso dal Nord Africa, sono arrivate via mare in Italia circa 623mila persone. Nel 2017 erano 60.228, di cui 58.258 provenienti dalle coste della Libia (Fonti: UNHCR e ministero dell’Interno). Tale fenomeno non può considerarsi passeggero o di breve durata a causa delle dinamiche geopolitiche nelle aree limitrofe (soprattutto Medio Oriente, Nord Africa, Sahel, Corno d’Africa) legate alle sfide per la sicurezza, l’instabilità regionale, il deterioramento dei diritti economici, sociali e ambiente, la povertà, la disoccupazione, il cambiamento climatico”. Lo afferma in una nota Alfredo Cestari, presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale.
“Questa crisi, oltre ad essere oramai insostenibile per l’Unione Europea, può seriamente compromettere i pilastri su cui poggia l’intero sistema comunitario (ad esempio, la libera circolazione dei beni e delle persone) e la solidarietà tra gli Stati membri – aggiunge -. La politica del blocco dei porti non risolverà da sola il grave problema migratorio e il nostro paese non può bloccare con le barriere un continente di più di un miliardo di persone. L’Italia deve bensì farsi promotore assieme agli altri paesi europei di un corretto utilizzo delle risorse coinvolgendo il settore privato e quindi aiutando gli africani e aiutando noi stessi ad uscire dalla grave crisi economica degli ultimi anni e intervenendo a beneficio delle imprese, dei giovani disoccupati, dei professionisti e dei commercianti senza mercati di sbocco”.
“Il Ministro Salvini fa bene ad alzare la voce ma non basta, servono azioni concrete e strutturate. La Camera di Commercio Italafrica Centrale propone una soluzione che non mira a respingere i migranti, né a favorire i corrieri della morte, bensì a coinvolgere attraverso la cooperazione economica i paesi africani ed europei per ridurre gradualmente il flusso migratorio – sottolinea Cestari -. La creazione di partenariati è la soluzione più efficace per lo sviluppo economico e sociale di questa regione. In questo spazio bisogna cambiare il paradigma: promuovere l’eccellenza delle imprese italiane nei settori dell’agricoltura, dei trasporti, dell’energia, della sanità, arginando al contempo il fenomeno migratorio. ItalAfrica Centrale, Camera di Commercio riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico, opera nello sviluppo di affari e nella cooperazione socio-economica tra l’Italia e Paesi dell’Africa Sub Sahariana. La nostra è l’unica organizzazione in Italia ad aver stretto protocolli di accordo con oltre 19 paesi africani, e tramite la nostra esperienza e le sedi dislocate sul territorio africano siamo una componente cruciale per la promozione del sistema paese e delle sue forze attrattive”.
“ItalAfrica promuove ora il progetto ‘Sinergie per lo sviluppo’, atto a favorire la crescita socio-economica dell’Africa, in particolare attraverso la creazione di opportunità per i giovani tramite il coinvolgimento diretto del settore privato dei paesi UE. Grazie alla sua esperienza, ItalAfrica può aiutare a mobilitare ingenti somme destinate allo sviluppo dell’Africa: solo a livello UE le risorse finanziarie totali dell’11 ° Fondo Europeo per lo Sviluppo (FES) dirette ai paesi dell’Area Africa Caraibi Pacifico (ACP) ammontano a 30,5 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, ma molte altre risorse, a livello pubblico e privato, sono già disponibili – conclude Cestari -. L’Italia e l’Europa si trovano di fronte ad una sfida epocale che, se affrontata in modo giusto favorirà lo sviluppo dell’ Africa e allo stesso tempo offrirà numerose opportunità di crescita per le imprese italiane ed europee. ItalAfrica Centrale è in grado di fornire il contributo necessario affinché tutto questo avvenga”.