ROMA (ITALPRESS) – Orizzonti temporali di breve, medio e lungo termine, con diversi scenari da qui al 2050, per la diffusione dell’idrogeno rinnovabile e a bassa emissione carbonica.
E’ la Strategia nazionale sull’idrogeno, realizzata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, presentata nella sede del Gse a Roma, alla presenza, tra gli altri, del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin; il presidente del Gse, Paolo Arrigoni; il delegato del presidente di Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina; il direttore esecutivo dell’Unità di Decarbonizzazione di Snam, Piero Ercoli. “L’idrogeno è una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, che abbiamo chiaramente delineato nel Pniec e devono portarci al Net Zero al 2050. La nostra Strategia si articola su diversi scenari, sapendo che l’affermazione del vettore idrogeno dipenderà da molteplici e trasversali tematiche”, afferma il ministro Pichetto Fratin. “Oggi il governo vuole dunque condividere con imprese e industrie una visione su un settore che già può contare su risorse complessive superiori ai 6 miliardi, ma che ha ancora bisogno di sviluppare un mercato solido e va dunque accompagnato con nuovi strumenti, insieme a una forte coesione inter-istituzionale”, conclude. La Strategia nazionale si articola attraverso una matrice che vede tre possibili scenari sviluppati su un orizzonte temporale di lungo periodo. Stima una “domanda nazionale” tra 6 e 12 Mtep con una corrispondente necessità di elettrolizzatori variabile da alcuni GW fino ad alcune decine di GW a seconda delle condizioni di contesto. Nel testo è chiarito che per decarbonizzare i consumi servirà la combinazione di diverse fonti, tra cui l’aumento della produzione da rinnovabili, lo sviluppo della “Carbon Capture Storage”, di biofuel, biometano e, non ultimo, dell’idrogeno, anche eventualmente affiancato dalla ripresa della produzione nucleare. Solo così, è spiegato, si potrà soddisfare la domanda a fronte di fonti non programmabili e intermittenti, con la capacità di trasportare grandi quantità di energia su lunghe distanze e a costi competitivi. Se dunque, si legge nel testo, nei prossimi decenni ogni alternativa troverà uno spazio applicativo, sono indicati come le variabili che incidono sull’idrogeno la decarbonizzazione degli usi finali (trasporto pesante, settore marittimo e aereo), l’integrazione del sistema energetico, la realizzazione di una filiera forte e competitiva. Altri aspetti da considerare sono l’aumento della sicurezza negli approvvigionamenti di energia e il relativo contributo dell’idrogeno, la realizzazione dell’obiettivo “Italia hub energetico nel Mediterraneo”, su cui molto incide l’attività di cooperazione, un sistema di certificazione che assicuri di non rilocalizzare le emissioni ma di contribuire concretamente alla loro riduzione, come anche lo sviluppo di ricerca e innovazione che possano creare nuovi prodotti e componenti. Nel medio e lungo periodo – si legge ancora nella strategia – lo sviluppo di una produzione “large scale” e di una infrastruttura dedicata permetterà di abbattere i costi di produzione, e altrettanto una logistica su gomma di idrogeno gassoso e liquido potrà essere di supporto nel medio periodo. Viene citato nel documento il progetto “Southern Hydrogen Corridor”, di cui la dorsale italiana è parte integrante, che renderà l’Italia un hub europeo dell’idrogeno, favorendo i flussi di importazione.
(ITALPRESS).
-Foto: xb1/Italpress-
Strategia nazionale sull’idrogeno, Pichetto “Soluzione fondamentale”
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