STOCCATA DI CARAPAZ AL SANTUARIO DI MONTEVERGINE

La prima volta di un ecuadoregno al Giro d’Italia. Merito di Richard Carapaz, che in maglia bianca, come miglior giovane del gruppo, mette in bacheca l’ottava tappa, la Praia a Mare-Montevergine di Mercogliano di 209 chilometri con arrivo in salita. Il sudamericano della Movistar fa un numero da campione e, sotto la pioggia battente, si permette il lusso di fare il vuoto nel finale, ricacciando all’indietro gli ultimi fuggitivi di giornata e dando 7″ al grosso del gruppo. “Sono molto emozionato e contento per questo gran trionfo, abbiamo lavorato duro, non ci credo nemmeno io… – le parole a caldo di Carapaz – Ci ho provato, sapevo che non avrei avuto grosse chance in volata ma avevo una grande gamba e ora mi godo il momento”. Alle sue spalle si piazza Davide Formolo (Bora-Hansgrohe), che precede il francese Thibaut Pinot (Groupama), che grazie all’abbuono scalza Dominico Pozzovivo (Bahrain-Merida), sesto, dal quinto posto in classifica. In maglia rosa resta il britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott), quinto di giornata e sempre più convinto delle sue possibilità. “Tutto e’ andato bene, la pioggia ha reso il finale scivoloso ma niente di negativo da registrare – dice Yates – Domani ci sara’ un’altra difficile salita, mi aspetto una maggiore selezione. Oggi si stava abbastanza bene a ruota, sono stato tranquillo nonostante l’arrivo in salita. Attaccare domani? Perche’ no… Avrei voluto farlo anche oggi, la salita pero’ era troppo veloce, domani sara’ piu’ difficile”. Yates e’ infine certo di poter portare la maglia fino a Roma: “Posso vincere il Giro, ho una squadra molto forte a disposizione”. L’ingresso di Carapaz nella top ten della graduatoria, in ottava piazza, relega Fabio Aru (Uae Emirates) in 11esima posizione. Lo scalatore sardo non perde secondi preziosi così come il britannico Chris Froome (Sky), che nella salita finale scivola sul fianco destro, lo stesso ‘ammaccato’ già a Gerusalemme, per poi recuperare in fretta il gap. Il sabato della carovana aveva offerto la solita fuga da lontano. Dopo vari tentativi, riuscivano ad avvantaggiarsi in sette: Tosh Van Der Sande (Lotto-Fix All), Matteo Montaguti (AG2R-La Mondiale), Rodolfo Torres (Androni-Sidermec), Davide Villella (Astana), Matej Mohoric (Bahrain-Merida), Koen Bouwman (LottoNL-Jumbo) e Jan Polanc (UAE Emirates). A 100 Km dalla fine, i battistrada accumulavano sino a 6’15” ma nelle fasi ‘calde’ le squadre dei big aumentavano il ritmo. Uno ad uno, davanti, si arrendeva all’inesorabile ricongiungimento e toccava a Carapaz, che il prossimo 29 maggio compirà 25 anni, regalare la stoccata decisiva sul Santuario di Montevergine. Domani arriva il primo tappone del 101esimo Giro d’Italia, il terzo con un arrivo in salita: è l’ottava frazione, la Pesco-Sannita-Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore) di 225 chilometri. Una giornata lunga, dunque, che dopo il rifornimento a Castel di Sangro vivra’ il primo ostacolo a Roccaraso, dove e’ sito il Gran Premio della Montagna di seconda categoria. Dopo Pian delle Cinquemiglia, discesa verso Popoli e Bussi sul Trino, dove il gruppo si cimentera’ nei due Traguardi Volanti della tappa. Negli ultimi 50 Km, la strada e’ empre in salita con i due Gpm di prima categoria, a Calasco, e a Campo Imperatore, dove si taglia il traguardo superando pendenze che toccano punte del 13%. Spazio dunque ancora agli scalatori e la classifica potrebbe subire una piccola rivoluzione. Sempre che Yates non mantenga le promesse e riesca a legittimare la propria leadership nel gruppo. 
(ITALPRESS).

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