Stara “A Parigi per risultati importanti, sempre con il sorriso”

di Sonia Arpaia
ROMA (ITALPRESS) – La squadra azzurra più numerosa di sempre guidata dal capo missione Juri Stara e capitanata dai due portabandiera Ambra Sabatini e Luca Mazzone è pronta al via dei Giochi Paralimpici di Parigi 2024, che inizieranno il 28 agosto con la cerimonia di apertura. Una squadra da record con 141 atlete e atleti che competeranno in 17 discipline, e che arriva nella capitale francese con il bagaglio pesante del record di medaglie a Tokyo: 69 e nono posto nel medagliere. “Il mio auspicio è, innanzitutto, che possa esserci enorme entusiasmo e che il pubblico possa dare il suo enorme contributo, in primis per gli atleti ma anche per chi seguirà le Paralimpiadi da casa. Da questo punto di vista Rio 2016 fu eccezionale, e il mio auspicio è che Parigi possa esserlo ancora di più”, ha detto all’Italpress Juri Stara, capo missione e segretario generale del Comitato italiano Paralimpico, a pochi giorni dal via. “Sul piano sportivo mi auguro che gli atleti diano il massimo e raggiungano risultati importanti, ma con la consapevolezza che il successo non verrà mai misurato con il colore della medaglia, perchè nel mondo paralimpico sono altri gli indicatori”.
Da Tokyo a Parigi, tre anni di lavoro intenso che hanno portato a una ulteriore crescita del movimento paralimpico. “Il vero lavoro è stato fatto da Federazioni, Società sportive, Associazioni, Gruppi Sportivi Militari e Corpi dello Stato, tecnici. Loro hanno gettato le basi e seminato per raccogliere e a tutti loro va il nostro plauso e ringraziamento. Tutti i successi che auspichiamo, e sicuramente arriveranno, a nostro avviso sono e saranno frutto e merito di questo lavoro”, ha spiegato ancora Stara. “Il Cip sicuramente ha contribuito nella sua veste istituzionale nel creare le condizioni per consentire alle Federazioni di competere e attuare quella programmazione ottimale per raggiungere i risultati. Poi c’è il lavoro che il Cip ha fatto per tutto il movimento paralimpico, che cresce anche per una serie di fattori indipendenti dal Cip stesso. Sicuramente abbiamo agito attraverso numerosissime iniziative nel corso degli anni, nei settori ritenuti strategici, mi riferisco a quello scolastico, al comparto sanitario, e da questo punto di vista il Cip ha giocato un ruolo importantissimo, impegnando molte risorse e molte idee e facendo sì che su tutto il territorio, in maniera capillare, si sviluppino meccanismi virtuosi per la crescita dell’intero movimento” ha spiegato ancora all’Italpress il capo missione azzurro.
“Da questo punto di vista, ci tengo a ricordare i Campus paralimpici che hanno dato risultati eccezionali. Riservati a bambini mai tesserati, hanno registrato una grandissima partecipazione, ci hanno riempito il cuore, ma la soddisfazione ancora più grande è stata quella di vedere che un’ottima percentuale, il 25%, ha poi proseguito nelle società sportive. Davvero un’enorme soddisfazione e su questo investiremo sempre di più” ha ricordato Stara. A Parigi, il Cip e tutto il movimento paralimpico italiano avrà in Casa Italia un luogo di ritrovo e celebrazione. “Si tratta di un punto di arrivo di un percorso iniziato parecchio tempo fa, quando decidemmo di iniziare a declinare come Cip i concetti di sport e cultura insieme, attraverso una serie di iniziative come il Festival della Cultura Paralimpica, passando dalla collaborazione con il maestro Toscani a quella con la Scuola romana del fumetto per arrivare, poi, a Casa Italia. L’identità è stata curata dal maestro Pistoletto che ci ha voluto affiancare in questo percorso e ha rivisitato alcune sue opere famose per adattarle al contesto paralimpico”. Casa Italia, dunque, come luogo di incontro tra sport e cultura “ricca di contenuto per tutto ciò che questa identità vuole raccontare”, sarà però anche “come siamo soliti fare, con una cifra distintiva molto chiara, legata alla semplicità, alla familiarità dell’ambiente”, ha precisato Stara.
“Non abbiamo particolari ambizioni, ci interessa che gli atleti vengano lì per stare bene e in famiglia, una sorta di dependance del Villaggio dove possono accedere tutti. Massima semplicità e senso di famiglia e appartenenza sono i tratti distintivi”, ha aggiunto. Ora che i Giochi Paralimpici sono alle porte, pronti a regalare nuove emozioni e ricordi indelebili, il capo missione, alla sua terza edizione in questa veste, ripensando al passato, ha concluso: “Momenti belli ce ne sono stati davvero tanti, io sono legato a tantissimi ragazzi e mi emoziono sempre. Se devo sceglierne uno penso alla finale dei 100 metri a Tokyo, con le tre ragazze sul podio, che rimarrà nel cuore di tutti come immagine iconica. Se si potesse ripetere una cosa del genere sarebbe meraviglioso. Quello che auguro agli atleti e a noi stessi è di affrontare questa Paralimpiade divertendosi. Quello che mi permetto di raccomandargli, da fratello maggiore più che da addetto ai lavori, è di avere sempre il sorriso, comprendendo bene che quello che stanno facendo è già un traguardo enorme e non devono dimostrare niente a nessuno. L’augurio è quello di non perdere mai il sorriso e di affrontare la competizione con gioia dentro, che poi è quello che ti consente di tagliare il traguardo prima degli altri”.
– foto CIP –
(ITALPRESS).

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