STANZE PER STUDENTI. CRESCONO PREZZI A PALERMO, BARI E NAPOLI

Il mercato italiano delle stanze per i fuori sede, nel corso dell’ultimo anno, è stato caratterizzato da trend molto diversi da città a città. Secondo un’analisi di Immobiliare.it, quello che per anni ha rappresentato una costante, ossia il caro-affitti, adesso è un fenomeno che continua a pesare sulle tasche degli studenti che vivono, per esempio, a Milano, Palermo e Bologna, dove i prezzi sono ancora in aumento, ma si è arrestato in altri centri, come Pavia o Siena.

A Milano si confermano cifre da record, con una media di 543 euro al mese per una stanza singola (+3% in un anno). Molto distante la richiesta a Roma: per una singola nella Capitale si pagano 428 euro, prezzo sceso del 2% in un anno a fronte di una domanda in lieve calo (-2%).

La terza città con i costi più elevati è Bologna, che ha visto aumentare i prezzi delle singole del 12% nell’ultimo anno (399 euro).

In crescita i prezzi anche a Bari, Napoli, Catania e Padova, dove non si è superato il +5% su base annua; segna un vero e proprio record Palermo, in cui affittare una singola quest’anno costerà il 14% in più rispetto all’anno scorso, per un importo medio di 226 euro al mese.

Chi si accontenta di dividere la stanza con un’altra persona può contare su importanti margini di risparmio, al punto che in un anno la richiesta di questo tipo di sistemazione è aumentata del 3% a livello nazionale. La media italiana per affittare un posto letto è di 285 euro, ma anche in questo caso le oscillazioni da città a città sono evidenti. A Milano il posto in doppia costa 368 euro, mentre a Roma ne bastano 305. Chi sceglie per i suoi studi gli atenei del Sud (Bari, Catania e Palermo) o quello di Pavia può contare su un canone medio che non supera i 200 euro a persona.

Le oscillazioni più significative non riguardano solo i prezzi ma anche l’offerta, che in alcune città risulta in sensibile calo (-9% in un anno a Bologna, per esempio). Complice di questo trend è la destagionalizzazione del mercato per l’ingresso dei lavoratori fuori sede che hanno portato anche il flusso della domanda, un tempo concentrata sul mese di settembre, a essere più costante nel corso dell’anno, riducendo così il numero di alloggi disponibili per gli studenti.

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