La stangata era annunciata ed è puntualmente arrivata: nella riunione di Losanna l’Esecutivo della Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, ha squalificato la Russia per 4 anni. Un portavoce ha confermato che “sono state approvate tutte all’unanimità” le raccomandazioni fatte dal Comitato di controllo della conformita’ (Crc) dalla stessa Wada, che suggeriva di escludere la Russia dalle principali competizioni sportive per i prossimi 4 anni vista la presunta alterazione dei dati del laboratorio di Mosca consegnati lo scorso gennaio, fra le condizioni imposte per revocare la sospensione della Rusada. Una sanzione, quella decisa oggi, che priva gli atleti russi delle Olimpiadi estive di Tokyo2020 e di quelle invernali di Pechino 2022 oltre a compromettere la presenza della Russia anche ai Mondiali di calcio in programma in Qatar nel 2022. Salva invece la partecipazione a Euro2020 – dove fra l’altro San Pietroburgo è fra le città ospitanti – non rientrando il torneo fra gli eventi sportivi punibili per le violazioni delle norme antidoping. La squalifica decisa dalla Wada sarà estesa anche ai dirigenti sportivi e ai membri del governo, ai quali sarà dunque vietato di presenziare ai principali eventi a livello internazionale che la Russia, inoltre, non potrà nè ospitare nè candidarsi per organizzare. Come però già successo ai Giochi di Pyeongchang 2018, gli atleti russi che dimostreranno di essere puliti ed estranei al doping di Stato potranno gareggiare come neutrali.
I guai russi sono cominciati nel 2015, con la squalifica – tuttora vigente – sancita dalla Iaaf, la Federazione internazionale di atletica. Poi il rapporto McLaren ha portato alla luce l’esistenza di un vero e proprio doping di Stato che ha condizionato anche l’Olimpiade invernale di Sochi 2014.
(ITALPRESS).
STANGATA WADA, RUSSIA SQUALIFICATA PER 4 ANNI
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