Stangata per Iannone: squalifica di 18 mesi per doping

Innocente ma condannato. Dopo oltre tre mesi arriva la sentenza per Andrea Iannone, trovato positivo al drostanolone, uno steroide androgeno esogeno anabolizzante, lo scorso 3 novembre in occasione del Gran Premio di Malesia: 18 mesi di squalifica. Una stangata, considerando il fatto che la tesi della contaminazione alimentare è stata accettata dalla disciplinare della Fim, la Federmoto internazionale. Al 30enne pilota di Vasto è stato però contestato il fatto di non aver controllato che le sostanze contenute nelle carne ingerita a Sepang fossero proibite. “Come fa un atleta a capire che la carne è contaminata? Deve andare al ristorante con un team di tossicologi e chimici?”, la replica ironica di Antonio De Rensis, legale di Iannone. Il pilota Aprilia, che ad oggi finirebbe di scontare la squalifica il 16 giugno 2021 dedotto il presofferto (la sospensione era scattata lo scorso 17 dicembre) si vede inoltre privare di punti ed eventuali premi ottenuti sia in Malesia che a Valencia, gli ultimi due Gp della scorsa stagione, in attesa di un ricorso al Tas che metterà la parola fine alla vicenda.

“Questa mattina, quando ho ricevuto la notizia, sono rimasto un po’ colpito – il primo commento di Iannone – Per come sono andate le cose, non ci aspettavamo un risvolto del genere. È il primo caso di sospensione per una contaminazione alimentare”. Ma il pilota abruzzese prova a guardare il bicchiere mezzo pieno: “Il riconoscimento della mia innocenza, anche se sono stato condannato, è una grandissima vittoria. Cercheremo di far ricorso al Tas nei termini più brevi per capire come tornare il più velocemente possibile in pista. Dovevo controllare la carne? Quando andiamo nei ristoranti non abbiamo la possibilità di scegliere fra carne contaminata e non contaminata. C’è incongruenza fra il regolamento e quello che viviamo”. Iannone ammette che “è stato il periodo più duro della mia vita, molto difficile da accettare e da vivere. Ho pensato di tutto ma ogni giorno ho cercato la forza per andare avanti e dimostrare al mondo la mia innocenza. Ancora non ce l’abbiamo fatta al 100% ma l’obiettivo resta questo, voglio tornare in moto per prendermi quello che desidero”. De Rensis è convinto che a Losanna sarà fatta giustizia.

“La contaminazione alimentare – ha ricordato il legale – viene utilizzata come elemento discriminante per il proscioglimento al Tas e innumerevoli atleti hanno raggiunto questo risultato”. Al fianco di Iannone l’Aprila Racing che “rileva con soddisfazione come sia stata riconosciuta la totale assenza di dolo e la accidentalità della assunzione di steroidi” e ricorda di aver “sempre ribadito la piena fiducia nel suo pilota, lo fa con nuova forza dopo questa sentenza e lo sosterrà nel suo ricorso al Tas”. “La sentenza ci lascia sconcertati per la pena inflitta ad Andrea ma anche molto soddisfatti nelle sue motivazioni – commenta Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing – I giudici hanno riconosciuto la totale buona fede di Andrea e la inconsapevolezza nella assunzione confermando la tesi della contaminazione alimentare. Andrea avrebbe dovuto essere assolto, come sempre è capitato agli altri atleti contaminati, ma questo quadro ci lascia tante speranze per il ricorso che auspichiamo sia molto veloce. Rivogliamo Andrea in sella alla sua Aprilia RS-GP, saremo al suo fianco fino alla fine di questa vicenda e lo sosterremo nel suo appello”.
(ITALPRESS).

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