Spesa “donata” o “aspettata”, l’agricoltura sociale per la comunità

Cosa fare quando in un mercato di prossimità manca proprio la prossimità? È la questione alla quale, ai tempi del coronavirus, ha dovuto far fronte chi si occupa di agricoltura sociale, come la cooperativa sociale agricola Semi di Vita che in Puglia, a Bari, Casamassima e Valenzano, produce, tra l’altro, ortaggi freschi e conserve da vendere alla comunità, coinvolgendo anche ragazzi con disabilità e promuovendo iniziative nelle carceri e nelle scuole. Con le restrizioni imposte dalle norme contro la diffusione del contagio, però, in piena emergenza Covid-19, le attività hanno subito una riduzione. “La gente – spiega all’Italpress il presidente della cooperativa sociale, Angelo Santoro – era abituata a venire da noi perché poteva vedere quello che produciamo e raccogliamo. Era una sicurezza”. Durante il periodo dell’emergenza, il punto vendita è stato momentaneamente chiuso e bisognava trovare idee per non fermare l’attività. Per questo Semi di Vita ha avviato un’iniziativa: la campagna della “spesa donata” o “aspettata”. Due tipi di acquisto per rispondere a due esigenze. Con la “spesa donata”, per ogni importo versato vengono consegnate le conserve già presenti in magazzino, tra cui confettura, marmellata, salsa di pomodoro, a chi ne ha bisogno all’interno della comunità. Con la spesa aspettata l’incasso verrà restituito in merce appena verdure fresche o conserve saranno pronte. Semi di Vita, tra l’altro, gestisce anche 26 ettari di terreno confiscati nel comune di Valenzano. Di questi, spiegano dall’impresa, soltanto tre sono stati piantati.

“Siamo alla ricerca di finanziamenti per poterli avviare. Abbiamo messo in piedi una rete di volontariato di circa 300-350 persone”. Un numero di addetti che nella fase dell’emergenza coronavirus si è ridotto. Per Santoro, però, “la manodopera non è un grande problema in questo momento. La difficoltà sarà quando dovremo riaprire il punto vendita. Il problema più grosso è la logistica, cioè l’approvvigionamento dei prodotti per l’agricoltura”. L’impresa pensa anche alla ripartenza. Sono già iniziati i lavori per i prossimi mesi, con l’acquisto del necessario per piantare l’orto estivo che, per quest’anno, prevede un aumento della quantità di verdura da produrre per soddisfare i bisogni di una città che “probabilmente non si svuoterà”, ricorda Santoro. Per le conserve, la cooperativa sociale lavora già con la vendita online, mentre si pensa alla possibilità delle consegne a domicilio all’interno della comunità, anche se, ammette, sarà prima necessario capire come coprire i costi di gestione, soprattutto per i prodotti freschi.

Semi di Vita è stata tra i protagonisti di “Madre Nostra”, documentario di Lorenzo Scaraggi finanziato dalla Fondazione con il Sud e dalla Apulia Film Commission attraverso il “Bando Social Film Fund con il Sud”. “Il documentario ha messo in evidenza il lavoro umano che c’è dietro l’agricoltura sociale”, spiega Angelo Santoro, che poi evidenzia la necessità di ottenere finanziamenti per poter proseguire l’attività sul territorio. “Sono indispensabili. Quando fai agricoltura sociale – sottolinea – metti insieme due meno: quello del sociale e quello dell’agricoltura, che non ha tempi certi. Avere la possibilità di finanziamenti che supportino questo tipo di attività non può che generare buone prassi”.

(ITALPRESS).

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