SPALLETTI VOLTA PAGINA “SQUADRA MERITA SOSTEGNO”

Fuori dalla Champions e cammino arduo in campionato: a questo punto della stagione l’Inter tira le prime somme. E il fatto che Napoli e Milan siano fuori da Champions e Europa League non consola più di tanto. “Questi giocatori stanno lavorando nella maniera giusta – ha spiegato Luciano Spalletti nella conferenza stampa della vigilia della sfida con l’Udinese – Abbiamo perso una partita che fa male, che crea difficoltà per le reazioni dei nostri stessi tifosi. Ma siamo usciti dalla competizione per differenza reti agli ultimi 10′. La squadra ha fatto bene, al di là della reazione un po’ nervosa dopo l’1-0 ha fatto molto bene, meritava di vincere. E’ chiaro che un risultato così fa una grande differenza, ma al momento dei sorteggi nessuno ci dava una possibilità di passare il turno, invece l’abbiamo portata fino agli ultimi 10 minuti. Dovevamo fare di più ma non mi sembra che sia il caso di demolire quanto fatto dalla squadra in questo anno e mezzo”. Si sa, nel calcio contano i risultati. Le 14 distanze dalle Juventus rendono il panorama ancora più grigio. “Dobbiamo vedere da dove siamo partiti. Siamo a -14 dalla Juventus, siamo partiti da -29, dal settimo posto. Tutti ci davano impossibilitati a passare il turno – ha spiegato il tecnico – Per come la squadra si era preparata, era possibile passare il turno. Ci siamo costruiti un tragitto da portare avanti. E’ giusto tenere puntato il mirino su di me, non sui giocatori che stanno facendo quello che devono fare. State certi che prenderanno in esame quanto successo e rimarranno sul carro a lavorare per i nostri obiettivi”.

Eppure nel 2016-2017 con l’eliminazione dalla Champions ai tempi della Roma, Spalletti ha fatto il record di punti. “Non conosco ricette, se non quella di lavorare, di venire presto a preparare l’allenamento e vedere i calciatori coinvolti nel calcio che si sta proponendo – ha dichiarato – Ho visto un allenamento fatto benissimo, di tocchi in velocità, di qualità. Ho visto una squadra pimpante per reattività muscolare. Quelli sono i risultati più importanti, è un ricostruire subito quelle piccole cose che ti rimettono in movimento e fare i primi passi in maniera corretta”.
Il tecnico nerazzurro ha ricevuto diverse critiche e, come sempre accade, ci sono state anche voci su eventuali sostituti. “Mi sembra che qualcuno abbia usato il piede di porco – ha detto il tecnico toscano – Se sono critiche fatte nella maniera giusta diventano costruttive. E’ chiaro che poi non è che tu ti possa aspettare molto da una critica perché qualcuno è tifoso di un’altra squadra e si trova a dover analizzare una partita. Noi sappiamo dove può arrivare una critica corretta e c’è magari da usarla, se fatta in maniera civile. Nomi di altri allenatori? Anche se avessi passato il turno – ha aggiunto – mi sarei sentito in discussione perché in un club come l’Inter sei sempre in discussione. Non mi creano alcun fastidio le voci, il supporto che mi vogliono dare forse mi dà fastidio perché quando uno ti vuole dare supporto ti vuol dire che ti sta aiutando. Allo stesso tempo ti sta dicendo che da solo non ce la fai. Non ho nessun tipo di problema ad affrontare queste situazioni”.

In questo contesto è avvenuta l’ufficializzazione di Marotta. “E’ un professionista importante, porterà sicuramente un contributo – ha commentato – Sa stare nello spogliatoio perché ha avuto contatto con i calciatori per andare a parlare anche di campo. Porterà sicuramente un contributo. Noi eravamo nelle migliori condizioni perché tutti i professionisti che già lavoravano nell’Inter mi hanno messo a disposizione tutto quel che ci vuole per lavorare con grande qualità ed efficienza. Per cui si vanno a sommare anche le sue caratteristiche, cercando di andare ancora più in là”. Spalletti ha poi analizzato il momento di Politano e quello di Asamoah. “Politano ha fatto vedere di essere un calciatore completo, sa fare tutta la fascia, sa mettere gli assist. Avesse un po’ più di fisicità sarebbe un top player a livello europeo. Se farà vedere ancora questa sua velocità, questo estro, questa completezza nelle due fasi diventerà ancora un giocatore importante. Ad Asamoah ho sempre detto e continuo a farlo che non è stando con la testa sulle ginocchia e le mani sulla testa che rimetti a posto ciò che è avvenuto precedentemente. Lo risolvi affilando gli scarpini, mettendo un nodo in più perché non ti vada a scivolare nel contatto col piede e piantando due scatti più forti dell’avversario. Se stai lì nell’angolino e piangi di ciò che è successo il pianto non porta consiglio. Si va a riprendersi in mano quella determinazione che ci vuole per vestirsi di questi colori e ci vogliono quei comportamenti. Servono contenuti. Per me un lavoro fatto bene è lasciare la situazione meglio di come l’hai trovata e lui deve fare un lavoro migliore di chi lo ha preceduto per essere tranquillo”.

Messaggio chiarissimo e che sia un invito a fare bene da ora in poi. A partire dalla gara con l’Udinese: “Il grado di difficoltà è sempre lo stesso: dieci. C’è sempre difficoltà ad affrontare le avversarie del nostro campionato. Le guardi sette giorni prima e ti rendi conto che non avrebbero scampo se fai le cose per bene, poi invece ti va di traverso il primo episodio e ti scombussola i piani. Bisogna entrare dentro con una determinazione feroce perché proprio l’ultima partita insegna che basta un dettaglio per ribaltare le sicurezze che hai. Abbiamo bisogno di vincere per ritrovare subito la ripartenza”. E la serenità.
(ITALPRESS).

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