Spadafora “Da ottobre più tifosi negli stadi”

VINCENZO SPADAFORA ROCCO SABELLI

Sempre più tifosi negli stadi e poi un Recovery Plan da almeno 1,5 miliardi di euro per il mondo dello sport. Questi gli obiettivi fissati dal ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, svelati nell’audizione informale davanti alla VII Commissione della Camera (Cultura, Scienza ed Istruzione) sul tema dell’individuazione delle “priorità nell’utilizzo del Recovery Fund per il settore dello sport”. In due ore di discussione il responsabile dello sport ha spaziato su diversi argomenti, a cominciare dalla riapertura degli impianti sportivi molto dibattuta negli ultimi giorni, con la decisione del Governo di permettere la presenza di mille spettatori nelle manifestazioni all’aperto. “Vedere anche solo mille persone al Foro Italico per gli Internazionali di tennis è stata un’emozione importante – ha osservato Spadafora – perché siamo in una fase in cui vediamo contagi elevatissimi in diversi Paesi europei e noi speriamo di restare indietro. Dobbiamo andare avanti con la stessa attenzione e consapevolezza avuta nei mesi più duri, perché non c’è dubbio che senza tifosi manchi un pezzo fondamentale: la presenza del pubblico è importantissima soprattutto per le serie minori, come la Lega Pro, i Dilettanti, che vivono della biglietteria”.

“L’obiettivo – ha spiegato Spadafora – è quello di riaprire gli impianti sportivi in progressione per tutte le competizioni: faremo questo lavoro da qui al 7 ottobre, quando verrà emanato il nuovo dpcm. Non vorremmo andare avanti con un numero secco, viste le diverse realtà: l’obiettivo è invece quello di definire, insieme anche alla Conferenza Stato-Regioni, una percentuale rispetto alla capienza effettiva dell’impianto, tenendo peraltro conto di vari aspetti, per esempio la gestione dei flussi delle persone che si spostano”. Sul tavolo del ministro c’è poi la questione della legge delega sullo sport, ormai giunta alle battute decisive visto che deve essere approvata entro il mese di novembre. “Siamo a buon punto – ha raccontato Spadafora – Questa legge ci consentirà di mettere ordine su questioni anche molto attese, a partire dalla condizione delle atlete e degli atleti che hanno fatto sentire la loro voce con un documento importante di cui siamo orgogliosi. Mi auguro che il prossimo incontro con le forze di maggioranza possa essere l’ultimo, ma non mi meraviglia il fatto che siano necessarie diverse riunioni perché il lavoro è complesso e difficile”.

La legge, peraltro, deve risolvere le questioni sollevate dal Comitato olimpico internazionale, che ha scritto nuovamente al Governo italiano per chiedere delucidazioni sull’autonomia del Coni e le violazioni della Carta Olimpica sorte con la sostituzione della vecchia Coni Servizi con la Sport e Salute. “Abbiamo tenuto fortemente in considerazione le osservazioni del Comitato olimpico internazionale, come è giusto che sia – ha assicurato Spadafora, provando ad allontanare lo spettro delle possibili sanzioni del Cio – Nel testo unico che proporremo c’è chiarezza nei ruoli e nella governance”. Ma il lavoro del ministro va oltre e guarda al rilancio del mondo dello sport dopo l’emergenza sanitaria. “Stiamo lavorando su un piano nazionale unico per la promozione e la valorizzazione dello sport di base – ha spiegato Spadafora – Serve un coordinamento con tutti gli organismi sportivi, le federazioni e gli enti di promozione: al riguardo abbiamo chiesto a Sport e Salute di non utilizzare le risorse in troppi progetti che non hanno una visione unica, ma capire chi ha avuto maggiori danni e concentrarsi dello sport di base”.

Nel medio periodo, invece, il ministero ha messo in cantiere interventi importanti grazie alle risorse che l’Italia riceverà dal Recovery Fund. “Il nostro Paese ha un gap importante da recuperare sull’impiantistica sportiva, è una necessità enorme – ha osservato Spadafora – nell’ambito del Recovery Fund vogliamo presentare un progetto per l’efficientamento, la ristrutturazione e la valorizzazione delle strutture per metterci al pari con gli altri Paesi europei. La richiesta sarà almeno di un miliardo di euro da indirizzare all’impiantistica sportiva. Al contempo, vogliamo investire sul capitale umano: serve un sostegno alle realtà che utilizzano le strutture, altrimenti l’opera di investimento sull’impiantistica resterebbe incompiuta. Nelle nostre intenzioni un altro mezzo miliardo di euro sarà orientato su progetti di socialità per il coinvolgimento dei più giovani e per l’attivazione dei processi in linea con il Recovery Fund che possano coinvolgere associazioni e società sportive dilettantistiche. Attraverso questi due binari possiamo contribuire a un vero sviluppo del nostro Paese, come ci chiede l’Europa, e allo stesso rilanciare il sistema sportivo dopo un’emergenza delicata”.

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