La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza ha notificato anche a Sogin il decreto di sequestro preventivo del bacino di raccolta acque dell’Itrec, in gestione a Sogin, costituito da tre vasche aperte allocate all’interno dell’area di proprietà Enea; la condotta di scarico a mare, in gestione a Sogin; il serbatoio interrato e relativa condotta in ex area Magnox, all’interno dell’impianto in area Enea, non in gestione a Sogin. Le strutture sequestrate in gestione a Sogin – si legge in una nota della società – sono utilizzate, secondo quanto previsto nel Rapporto Finale di Sicurezza della Licenza di Esercizio, per emungere, convogliare e quindi scaricare l’acqua di falda soggiacente il sito per evitare che la stessa interferisca con le strutture dell’impianto.
Con riferimento alle acque di falda, Sogin sottolinea di aver realizzato un’estesa rete di monitoraggio ambientale convenzionale. Nel 2015 le analisi di laboratorio sui campioni d’acqua di falda hanno evidenziato in alcuni punti il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per alcuni parametri chimici, non radiologici (trielina, cromo esavalente, ferro, idrocarburi totali), rispetto ai valori massimi consentiti dalla normativa vigente. Il 4 giugno 2015 Sogin, appena ricevuti i certificati di laboratorio relativi alla campagna di monitoraggio, ha immediatamente attivato le procedure previste dalla normativa notificando, assieme ad Enea, agli Enti preposti (Prefettura di Matera, Regione Basilicata, Arpa Basilicata, Provincia di Matera e Comune di Rotondella) quanto riscontrato.
A seguito di tale denuncia, Sogin ha fornito tutto il supporto necessario, procedendo al piano di caratterizzazione finalizzato all’effettuazione dell’analisi di rischio. Detta analisi, approvata il 10 aprile 2018 dalla Conferenza di Servizi e in attesa dell’ultimo parere dell’Ente provinciale, ha individuato come probabile fonte primaria di contaminazione una sorgente esterna al perimetro delle attività di Sogin. Si è in attesa delle determinazioni per procedere all’avvio delle attività di bonifica. Sogin, quindi, ribadisce che non si è verificata alcuna anomalia legata alla radioattività; gli scarichi delle acque sono effettuati in conformità con la formula di scarico; non vi è alcun pericolo per i lavoratori, la popolazione e l’ambiente.